Bergamo amara (come sempre)

Vince l’Atalanta 3-2, e per la Lazio c’è qualche rimpianto, per come è andata la partita: sotto di un gol all’avvio aveva brillantemente ribaltato il risultato, s’era fatta raggiungere, in uno spettacolare match tra pugili senza guardia, e continuava a combattere giocandosi le sue carte. Poi l’espulsione di Palomino ha cambiato qualcosa, paradossalmente, e l’Atalanta ha spezzato l’equilibrio a suo favore quando gli eventi sembravano favorire la Lazio.

Era cominciata con un fuoco artificiale di gioco, ritmo, occasioni, capovolgimenti di fronte e di equilibri sul campo: Atalanta aggressiva e Lazio che tiene bene il campo, all’inizio, fino al gol che arriva al 7′: Djimsiti, su mischia susseguente a un corner, mette la gamba in mezzo a quattro difensori laziali imbambolati nell’area piccola. Solito gol su corner ma è difficile immaginare circostanze più bislacche per prendere gol, data l’assoluta superiorità numerica nel cuore dell’area.

La Lazio, comunque, in assetto da turnover spintissimo, prende subito a macinare gioco, mette in serie difficoltà l’Atalanta e arriva in scioltezza al pareggio, al 17′, con uno splendido colpo di testa di Muriqi su morbido cross di Acerbi. La partita è bellissima, la Lazio insiste sulle ali dell’entusiasmo e trova il secondo con Acerbi (34′), che deposita in porta dopo lunga azione personale. Appena finito di esultare arriva il pareggio di Malinovsky, che sfrutta un bel servizio di Muriel, che aveva disposto facilmente di un frastornato Hoedt.

Primo tempo pirotecnico e ripresa che ne segue la scia: Inzaghi manda in Campo Lazzari e Parolo per Fares e Patric. All’8′ Palomino stende Lazzari che si era involato verso l’area: chiara occasione da gol, con Pairetto che estrae il rosso. Per la Lazio sembra la svolta della gara, invece la partita si complica. Arriva subito il terzo gol, segnato da Miranchuk, servito da Romero che aveva rubato palla a Hoedt.

La Lazio non riesce a sfruttare la superiorità numerica e l’Atalanta ha l’occasione di chiudere al 64′: Zapata, subentrato a Muriel, viene agganciato in area da Hoedt, proteso in uno dei suoi spericolati tackle. Il fallo, se c’è, è inutile. Il rigore viene parato da Reine, che intercetta il tiro centrale di Zapata.

Da qui in poi comincia uno sterile attacco-contro-difesa, con l’Atalanta che serra i ranghi e la Lazio che intasa gli spazi, inserendo Immobile e Correa, oltre a Lulic, e adattandosi a giocare nei venti metri dell’Atalanta, girando palla e trovando enormi difficoltà a costruire. Gollini all’89’ si oppone con una bella parata a un colpo di testa di Acerbi: questa l’unica pallagol costruita dalla Lazio in superiorità numerica.

Risultato alla fine giusto, che conferma la supremazia dei bergamaschi nei recenti confronti, oppure la sudditanza dei biancocelesti, che è quasi lo stesso. Ci sarà la rivincita tra pochi giorni in campionato, sempre a Bergamo: la Lazio stavolta giocherà con la formazione migliore, e anche l’Atalanta.

Resta il dispiacere per una situazione favorevole che non è bastata a ottenere la qualificazione, ma il verdetto del campo va accettato e va riconosciuto alla Lazio il merito di aver tenuto benissimo il campo di fronte a una squadra formidabile.

ATALANTA (3-4-2-1): Gollini 6,5; Djimsiti 7, Romero 7, Palomino 6; Maehle 6 (43′ st Caldara), Pessina 6, Freuler 6,5, Gosens 6,5; Malinkovskyi 6,5 (14′ st Zapata 5,5), Miranchuk 6,5 (14′ st De Roon 6); Muriel 7 (18′ st Toloi 6). A disposizione: Gyabuaa, Ilicic, Lammers, Rossi, Ruggeri, Scalvini, Sportiello, Sutalo. Allenatore: Gasperini 7

LAZIO (3-5-2): Reina 7; Patric 6 (46′ Parolo 6), Hoedt 4 (26′ st Immobile sv), Acerbi 7,5; Marusic 6, Milinkovic-Savic 6,5, Escalante 5,5 (17′ st Correa 6), Akpa Akpro 6,5, Fares 6 (46′ Lazzari 6); A. Pereira 5,5 (36′ st Lulic), Muriqi 7. A disposizione: Alia, Armini, Cataldi, Czyz, G. Pereira, Radu, Vavro. Allenatore: Inzaghi 5,5

ARBITRO: Pairetto di Nichelino 6

MARCATORI: 7′ pt Djimsiti (A), 17′ pt Muriqi (L), 34′ pt Acerbi (L), 36′ pt Malinovskyi (A), 12′ st Miranchuk (A)

NOTE: Espulso Palomino (A) per fallo da ultimo uomo all’8′ st. Ammoniti: Romero, Malinovskyi (A); Patric, Fares, Escalante (L)

Vittoria in rimonta: la Lazio va

Tre punti d’oro. Questa la sintesi al termine di una gara che la Lazio ha vinto con pieno merito, pur sbagliando l’approccio: nei primi minuti i biancocelesti hanno prestato il fianco al pressing del Sassuolo, palleggiando in modo incerto e prevedibile e consegnando palla agli emiliani in situazioni pericolose: al terzo affondo Caputo segna, e sono passati appena 6 minuti.

Non si tratta, però, della ripetizione delle scialbe esibizioni interne con Udinese e Verona: la squadra reagisce subito, mettendo all’angolo gli emiliani e andando al tiro ripetutamente. Al 25′ Milinkovic-Savic fulmina Consigli con un potente colpo di testa su calcio d’angolo battuto da Correa. Pareggio meritato. La Lazio abbassa un poco il ritmo e si mette ad aspettare l’occasione buona per colpire.

La partita scorre su questi binari anche all’inizio del secondo tempo: la Lazio chiama il Sassuolo fuori dal guscio e prova a colpire l’avversario sbilanciato. Rischia poco, giusto qualche sgroppata senza costrutto di Haraslin e qualche bella geometria di Locatelli. Poi, al fatidico 71′, colpisce con Immobile, che fionda in porta una ghiotta imbeccata da Marusic. I cross dal fondo sono sempre l’anticamera del gol e Ciro è un cecchino infallibile.

La Lazio continua, dopo il gol, a recitare il suo copione. Le sostituzioni non alterano lo spartito: Parolo e Caicedo erano subentrati prima del gol a Patric e Correa, poi Escalante e Lulic rilevano Leiva e Lazzari, nel finale un ottimo Muriqi dà il cambio a Immobile e impegna severamente Consigli, che respinge corto un suo sinistro angolato, sui piedi di Escalante che tira addosso al portiere la palla del 3-1.

Squadra in ottima salute, con Acerbi, Marusic e Milinkovic-Savic in grande evidenza, attesa a una verifica severissima: due confronti con l’Atalanta, tra Coppa Italia e campionato, saranno il banco di prova per le ritrovate ambizioni della squadra. La classifica è corta e la Coppa Italia decide ora le protagoniste per l’atto finale. La Lazio è pronta a giocarsi le sue carte.

LAZIO (3-5-2): Reina 7; Patric 5,5, Acerbi 8, Radu 6,5; Lazzari 6,5 (30′ st Lulic 6), Milinkovic-Savic 8, Leiva 6,5 (31′ st Escalante 6), Akpa Akpro 6,5, Marusic 8; Correa 6, Immobile 7 (41′ st Muriqi 6,5). A disposizione: Alia, Furlanetto, Armini, Hoedt, Parolo, Fares, Czyz, Pereira, Caicedo. Allenatore: Inzaghi

SASSUOLO (4-2-3-1): Consigli 6; Muldur 6 (46′ st Raspadori), Ferrari 6, Marlon 6, Rogerio 6,5; Locatelli 6, Obiang 6 (31′ st Lopez); Traoré 6 (31′ st Boga), Djuricic 7, Defrel 5,5 (1′ st Haraslin 6); Caputo 7. A disposizione: Pegolo, Turati, Ayhan, Peluso, Kyriakopoulos, Magnanelli, Oddei, Toljan. Allenatore: De Zerbi

ARBITRO: Giua di Olbia

MARCATORI: 6′ pt Caputo (S), 25′ pt Milinkovic-Savic (L), 26′ st Immobile (L)

NOTE: Ammoniti: Patric, Leiva (L); Marlon, Ferrari (S)

Lazio-Parma 2-1. Muriqi c’è

Muriqi, primo gol biancoceleste. O quasi

Una tranquilla galoppata infrasettimanale, per la Lazio, fino all’82’: Il Parma pareggia con Mihaila il gol iniziale di Parolo e mette in discussione una qualificazione che pareva assodata. E allora ci ha pensato Muriqi, con una terrificante incornata, al 90′, che ha incocciato il palo alla sinistra del portire, per poi rimbalzare sulla sua schiena e rotolare in porta. Un’autorete dell’incolpevole Colombi, insomma, ma per la Lazio si trattava del terzo legno colpito. Un certo credito con la fortuna, insomma, c’era. In precedenza poco da raccontare: ritmi blandi, poca motivazione da parte dei big laziali, una bella prestazione di un vivace Akpa Akpro e un palo a testa per il duo d’attacco sotto esame: prima Muriqi, con un pregevole esterno sinistro, poi Pereira, con un tiro a botta sicura, entrambi sul palo interno alla destra del portiere, bravo a respingere su un altro tiro di Muriqi. Nella ripresa proprio Mihaila aveva centrato a sua volta la traversa. Da segnalare il ritorno in campo di Senad Lulic, dopo quasi un anno. Prova poco convincente di Fares, discreta voglia ma poco costrutto per Pereira, sostituito dopo un’ora con Correa. Buona prova di Muriqi, con qualche sbavatura ma sempre pronto al dialogo con i compagni e molto solido. Ottimo Parolo, autore del primo gol con un bel colpo di testa. C’è la qualificazione, che è quello che si chiedeva alla partita, davanti a una squadra piena di ragazzi desiderosi di fare bella figura. Ci sono riusciti. nei quarti ci tocca l’Atalanta.

LAZIO (3-5-2): Strakosha; Parolo (47′ st Vavro), Hoedt, Acerbi; Lazzari (16′ st Marusic), Milinkovic (14′ st Correa), Escalante, Akpa Akpro, Fares (16′ st Lulic); Pereira (14′ st Patric), Muriqi. A disp.: Reina, Alia, Armini, Radu, Bertini, Czyz, Caicedo. All.: Simone Inzaghi

PARMA (4-3-3): Colombi; Busi, Kurtic, Dierckx (21′ st Camara), Ricci; Sohm, Cyprien (17′ st Brugman), Dezi (17′ st Hernani); Mihaila (48′ st Adorante), Sprocati (48′ st Traorè), Brunetta. A disp.: Rinaldi, Sepe, Radu, Bane, Kosznovszky, Artistico, Lopes Silva. All.: Roberto D’Aversa

ARBITRO: Ayroldi di Molfetta.

MARCATORI: 23′ pt Parolo (L), 38′ st Mihaila (P), 45′ st aut. Colombi (L)

Un’occasione per due

Muriqi e Pereira, tocca a voi

Una settimana di cattive notizie, dopo la festa del derby: l’operazione-lampo subita per un’appendicite da Luis Alberto, e quella da programmare per la caviglia dolente di Luiz Felipe. Contrattempi che non fanno scemare l’entusiasmo a Formello, innescato da un effetto derby palese anche a guardare dall’altra parte del Tevere, con le difficoltà enormi palesate dalla Roma in Coppa Italia, indice di uno stato confusionale da pugile suonato.

In attesa di capire come sarà gestita la lunga assenza (due mesi) di Luiz Felipe, ammesso che si operi, in difesa stasera contro il Parma si rivedrà Parolo, già utilizzato a inizio stagione. Porta chiusa per Armini, evidentemente non considerato all’altezza della situazione da Inzaghi. La partita vedrà la Lazio opposta a una squadra che sta lavorando bene per ritrovarsi, confortata dall’ottimo risultato ottenuto col Sassuolo. In vantaggio per tutta la partita con un gol di Kucka, i crociati sono stati raggiunti nel recupero con un calcio di rigore, nonostante l’emergenza assoluta, con diversi titolari indisponibili.

Un’emergenza che perdura. Per la Lazio, dunque, la qualificazione è alla portata, a patto di mantenere alta la concentrazione. Sarà la grande occasione per due che il campo l’hanno visto poco, nonostante le ottime referenze. Mentre Pereira ha già fatto balenare le sue indubbie doti tecniche, nei pochi minuti passati in campo, Muriqi ha alimentato più di qualche dubbio, nonostante i tifosi l’abbiano preso subito in simpatia, per la sua immagine da pirata che evoca uno spirito battagliero a oggi visto in campo solo a tratti.

Muriqi si è impegnato molto ogni volta che è entrato, ma ha palesato qualche limite tecnico ed è probabile che il suo sia un problema di adattamento, visto che in Turchia ha lasciato molti estimatori.
Stasera ci sarà per lui una grande occasione per sbloccarsi, cancellare lo zero dalla casella dei gol segnati e iniziare un percorso importante con la Lazio, mettendo anche a tacere qualche sussurro di mercato che lo vorrebbe sulla rotta di un ritorno a casa che suonerebbe da bocciatura per lui e per il mercato della Lazio.

Tornano Fares e Strakosha, spazio per Hoedt, Escalante e Akpa Akpro, insomma una Lazio formato turnover, con gli straordinari chiesti allo stakanovista Acerbi e a Milinkovic-Savic. In campo per il Parma anche il giovane belga Dierckx, primo 2003 in assoluto a esordire nel campionato di serie A.
Arbitrerà Ayroldi.

Autogol eccellenti

 

Per Globalist (16/1/2021)

“La situazione è grave, ma non è seria”. La famosa frase di Ennio Flaiano descrive alla perfezione l’irresistibile impulso che alcuni protagonisti in prima linea nella lotta al Covid non riescono a reprimere: fare battute da tifosi fuori luogo, mischiando argomenti apparentemente futili come il calcio (la più importante delle cose meno importanti, diceva Sacchi) con questioni assai serie, come la lotta al Covid o la crisi di Governo.
Continue reading “Autogol eccellenti”

Lazio da sogno: derby dominato

Un derby senza storia, che finisce 3-0: la Lazio domina la partita, sospinta dall’uragano-Lazzari, e la Roma cola a picco, imbarcando acqua nella falla aperta dal disastro difensivo romanista, con Ibanez e Spinazzola in difficoltà inenarrabili contro il folletto vicentino, che mette lo zampino in tutti e tre i gol, si vede negato un possibile rigore, e passa tutti i 98 minuti della partita a scattare a ripetizione, imprendibile se non con qualche calcione che i romanisti gli rifilano, per frustrazione. Continue reading “Lazio da sogno: derby dominato”

Laziali e romanisti, la storia infinita

Un post del 2015, riveduto e aggiornato per il derby: ci risiamo. Scritto su Globalist sport.

Il calcio romano, su scala nazionale, è storicamente di alto ma non altissimo, livello. Juventus, Inter e Milan hanno sempre comandato, ci sono stati periodi di grande fasto per Genoa, Pro Vercelli, Bologna e Torino, ma il dominio di una delle due squadre romane non c’è mai stato, se non per periodi brevi: la Roma ha vinto tre scudetti, la Lazio due. Le due squadre, però, hanno vinto una buona quantità di coppe: la Lazio prevale con quelle internazionali, che mancano alla Roma, e finisce per avere un palmares complessivamente più ricco di trofei (16 a 14). Continue reading “Laziali e romanisti, la storia infinita”

Interviste con laziali notevoli: Cesare Gigli


Cesare Gigli si autodefinisce Laziale di sinistra (non appena scopre dove sta). Adora John Lennon, Johann Chapoutot e Gianni Elsner.

Mi obbliga da subito, quindi, a cercare chi sia questo Chapoutot, che non ho classificato, nel mio infinito database di nozioni inutili. Si tratta di uno storico, il che rivela la grande passione di Cesare, che ha scritto dei saggi rigorosissimi, ma anche un romanzo storico. Polemista irriducibile (non nel senso della curva, eh, che sennò poi me le dà), ha collaborato con alcuni portali on line (Globalist, e, mi pare, l’Indro) e cura assiduamente un almanacco su twitter (@giglic). In realtà si tratta di un fisico, anche se non sembra averne il fisico. Ma i laziali, si sa, sono particolarmente intelligenti. Racconta di avere origini tra Latina e Roccagorga, ma mi fa strano, perché qui a Siena è pieno di Gigli e c’è anche un illustre omonimo, regista televisivo, mancato proprio quest’anno. E poi balla danze celtiche. Avrà qualche druido tra i suoi antenati? Continue reading “Interviste con laziali notevoli: Cesare Gigli”

Tre punti facili, aspettando il derby

Nessuna vittoria è mai facile, ma quella conquistata dalla Lazio a Parma è stata, almeno in questa stagione, la più tranquilla delle partite. Unico neo: la concentrazione intermittente del primo tempo, che ha consentito al Parma di andare vicino al gol, con un colpo di testa di Cornelius (26′) parato alla grande da Reina. Prima e dopo, numerose azioni non concretizzate dalla Lazio, con Luis Alberto, Immobile, Caicedo che non inquadrano la porta e se la inquadrano (Caicedo al 30′) trovano un’ottima risposta di Sepe. Il primo tempo finisce senza gol e la Lazio, di certo, non brilla per concretezza, ma rispetto alla trasferta di Genova sembra più decisa a far male.

Nella ripresa, col Parma già rimaneggiato che perde i pezzi e gioca con una difesa improvvisata, dai e dai arriva il gol, con Luis Alberto che insacca di precisione su passaggio di Lazzari. Subito prima non trovano il gol Immobile, imbeccato dallo spagnolo, che arriva lungo dopo aver saltato il portiere, e Acerbi, che non riesce a trovare la giusta coordinazione su calcio d’angolo, sprecando a porta incustodita.

Sbloccato il risultato, la gara si mette in discesa: i biancocelesti palleggiano e cercano, senza particolare tensione, il raddoppio, che arriva grazie a Caicedo, che finalizza una grande azione di Milinkovic-Savic sulla sinistra. Il resto è accademia, con qualche occasione sprecata. Un discreto galoppo in vista del derby di venerdì sera, con spazio per Pereira, Patric e Djavan Anderson nella girandola dei cambi, oltre a Cataldi e Akpa Akpro. Discreta prestazione di tutti, con menzione particolare per Lazzari, finalmente sicuro e tranquillo, e Milinkovic-Savic, che si sta impegnando ad aiutare la squadra a trovare equilibrio.

Per affrontare la Roma e metterla in difficoltà bisognerà fare meglio, ma lo stimolo sarà ben diverso, e la Lazio ha dimostrato di saper bene interpretare le gare più importanti.

PARMA (4-3-3): Sepe 6,5; Busi 5, Alves 5, Osorio 5 (1′ st Ricci 5), Valenti 5 (34′ pt Balogh 5,5); Sohm 5,5 (30′ st Mihaila), Brugman 6 (8′ st Inglese 5,5), Hernani 6; Kurtic 6, Cornelius 6, Gervinho 6. A disp.: Colombi, Rinaldi, Pezzella, Dezi, Cyprien, Brunetta, Camara, Sprocati. All.: Roberto D’Aversa.

LAZIO (3-5-2): Reina 6,5; Luiz Felipe 6,5, Acerbi 6,5, Radu 6,5; Lazzari 7 (30′ st Patric), Milinkovic 7, Leiva 6,5 (26′ st Cataldi 6,5), Luis Alberto 7 (20′ st Akpa Akpro 6,5), Marusic 6,5 (39′ st D. Anderson); Caicedo 7 (26′ st Pereira 6,5), Immobile 6,5. A disp.: Alia, Furlanetto, Armini, Hoedt, Escalante, Parolo, Muriqi. All.: Simone Inzaghi 6,5.

ARBITRO: Pairetto di Nichelino

MARCATORI: 10′ st Luis Alberto (L), 22′ st Caicedo (L)

A Parma per festeggiare 121 anni di storia

Si chiude la settimana del centoventunesimo anniversario della fondazione della Lazio, cominciata maluccio, con il pareggio di Genova, migliorata con la vittoria sulla Fiorentina, il record di presenze in campionato di Radu e le notizie finalmente positive sul possibile rientro di Lulic.

A Parma la Lazio trova un avversario in difficoltà, che però ha appena superato la boa del cambio di tecnico: l’esonero di Fabio Liverani, ex biancoceleste, colonna della Banda Mancini che vinse la bellissima Coppa Italia del 2004, è arrivato dopo un inizio di stagione stentato.

Torna D’Aversa, che a Parma ha ottenuto due promozioni, dalla Lega Pro alla B e dalla B alla A, e due salvezze in Serie A. L’allenatore ritrova tra i disponibili l’ex romanista Gervinho, anche se accusa qualche defezione importante, su tutte quella di Kucka. Nella Lazio, in attesa di entrare nella fibrillazione pre-derby, restano indisponibili Fares e Correa. Tornano Luiz Felipe, Radu e Leiva, con Caicedo che affiancherà Ciro Immobile in attacco.

In prospettiva derby dovranno fare attenzione i diffidati Caicedo e Hoedt.

Le restrizioni da Covid hanno imposto qualche cambiamento nella tradizionale festa informale a Piazza della Libertà. Si sono radunati un bel numero di tifosi, che hanno inneggiato alla Lazio insieme ai tanti ex che hanno fatto pervenire i loro auguri via social network. Una festa che accomuna tutti i sostenitori laziali, al di là del diluvio retorico che scroscia melenso. L’anniversario arriva in un momento di grande forza della società, vicina al suo massimo storico, come potenziale in campo, e in grado di sopportare senza troppe sofferenze l’emergenza economica portata dalla pandemia.

Nell’anno che verrà la Lazio è chiamata a ben figurare nell’impegno di Champions League col Bayern, tra febbraio e marzo, e a confermarsi in campionato, dove sembra attardata in classifica ma può ancora recuperare, se riesce a ritrovare lo spirito che l’aveva spinta a fare grandi cose l’inverno scorso.

La certezza si chiama Ciro Immobile, il dubbio Simone Inzaghi: nell’attesa di sapere se il tecnico prolungherà il suo rapporto con la società, si prende atto con gioia del ritorno in gruppo di Lulic, vicino a un rientro che si pensava non potesse più arrivare. I tifosi si aspettano qualcosa dal mercato di gennaio, che in genere la Lazio usa per operazioni di contorno. Il recupero della piena efficienza del capitano, però, è una notizia importante per la Lazio: non è un caso che il crollo del rendimento dei biancocelesti sia coinciso con l’infortunio di Lulic, anche se, ovviamente, non è l’assenza di Senad l’unica ragione dell’involuzione della squadra.

A Parma, comunque, per le ambizioni della Lazio c’è solo un risultato possibile: la vittoria. Da perseguire con ogni mezzo, senza pensare allo snodo cruciale di venerdì prossimo.

Senad è tornato in gruppo