Autogol eccellenti

 

Per Globalist (16/1/2021)

“La situazione è grave, ma non è seria”. La famosa frase di Ennio Flaiano descrive alla perfezione l’irresistibile impulso che alcuni protagonisti in prima linea nella lotta al Covid non riescono a reprimere: fare battute da tifosi fuori luogo, mischiando argomenti apparentemente futili come il calcio (la più importante delle cose meno importanti, diceva Sacchi) con questioni assai serie, come la lotta al Covid o la crisi di Governo.

C’è cascato, ultimo ma non ultimo, Domenico Arcuri, Commissario per l’emergenza Covid, che alla vigilia del derby romano, intervistato dall’Ansa sulla crisi di Governo, ha risposto: “Spero ardentemente che la Roma vinca domani. Al derby mancano 25 ore, in questo modo miglioreremmo il nostro umore. Per il resto credo che 25 ore non basteranno, ma speriamo che il nostro umore continui a essere così vivo”.

Una battuta che gli si è ritorta contro, sollevando unanime disapprovazione, nel momento in cui si sta facendo il massimo sforzo per gestire al meglio la campagna vaccinale e sono sul tavolo questioni assai importanti, tra tutte il caso dei ritardi annunciati nella consegna dei vaccini da parte della Pfizer.
Alle proteste dei laziali e alle rampogne dei non tifosi e dei neutrali s’è aggiunto il coro di insulti dei romanisti, almeno di quelli consapevoli del fatto che certe battute fatte prima di una partita importante portano sfortuna. Alla vigilia del derby, la domanda del cronista ha innescato una sorta di reazione pavloviana, e il tifoso ha preso il sopravvento sul commissario.

Ma è accaduto anche in circostanze diverse. Per esempio a Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, che, in una delle innumerevoli conferenze stampa, si è lasciato andare, ad aprile, in pieno lockdown, a una battuta, a domanda sulla ripresa del campionato, allora bloccato: “da romanista, manderei tutto a monte”, riferendosi alla possibilità che la Lazio, riprendendo il campionato, vincesse lo scudetto.

In effetti, sembra una tendenza ad andare sopra le righe, affermando la propria fede calcistica a ogni pie’ sospinto, manco fosse un tratto distintivo. Serve proprio declinare sempre tutte le proprie generalità?

C’è cascato anche l’onnipresente virologo Roberto Burioni (laziale), che twittò un famoso “Meglio il Covid-19 dell’As Roma” per poi ritrattare, cancellando, viste le reazioni indignate. Battute, battute.
Nessuno ne è davvero immune, soprattutto tra i romanisti, che sembrano in preda a una doppia ossessione: affermare il proprio credo e fare battute sulla Lazio. È capitato pure a Piero Sansonetti, direttore de Il Riformista, che in una trasmissione televisiva ha lasciato andare un infelice “la maggior parte del Covid lo prendono i laziali”, aggiungendo, non contento, un “la percentuale che lo prendano i laziali è più alta, me lo ha detto Cuperlo”. Il quale si sarà messo le mani nei capelli: questo genere di uscite, in genere, attira delle tempeste social non indifferenti. Gli americani le definiscono shit storm, e noi non tradurremo.

Pochi giorni fa c’è cascato anche Riccardo Barenghi, direttore de Il Manifesto, aveva commentato un imprudente assembramento di tifosi laziali celebranti l’anniversario della fondazione della società biancoceleste con un “Guardate gli assembramenti durante il compleanno della Lazio. Già che sono tifosi della Lazio… oltretutto hanno fatto una festa senza mascherina”. Luisella Costamagna, conduttrice del programma, è stata poi costretta a scusarsi con i laziali.

Ruggero Rizzitelli, ex calciatore romanista, da addetto ai lavori, almeno lui, aveva rilasciato giorni fa in un programma tv un incauto “Venerdì abbiamo un’amichevole contro una piccola squadra. Non mi preoccupa, noi andiamo in difficoltà con le grandi”. Non è andata esattamente così, visto il risultato, e i calciatori della Lazio Cataldi, Caicedo e Reina, celebrando la larga vittoria nel derby, l’hanno pubblicamente ringraziato via twitter per la carica ricevuta. Quando la battuta diventa un boomerang.