Ripartire tutti insieme

Troppo Lukaku per questa Lazio, sembra dire la foto. In campo è andata proprio così, nonostante le attenuanti generiche invocate da Inzaghi: l’Inter è stata superiore nella gestione della partita, disponendosi a difesa del risultato raggiunto dopo un buon quarto d’ora iniziale della Lazio, grazie al rigore di Hoedt su Lautaro Martinez trasformato da Lukaku e al raddoppio fortunoso dello stesso Lukaku, lanciato da un rimpallo su una palla contesa tra Brozovic e Lazzari, nato da un disimpegno difettoso.

Insomma, le condizioni ideali per giocare di rimessa, a campo spalancato, con la potenza del centravanti belga che poteva scatenarsi in progressione. Alla fine, viste le occasioni capitate in contropiede ai nerazzurri, il 3-1 è risultato quasi accettabile, anche se resta qualche rimpianto soprattutto sul rigore: Hoedt è entrato per tentare una chiusura disperata e ha trovato il giusto tempo per arrivare sulla palla, travolgendo però Lautaro con la gamba di richiamo. Sembra un rigoretto, ma a norma di regolamento ci sta.

Per la Lazio era la giornata propizia per rientrare nella lotta al vertice, ma il verdetto è stato inequivocabile: l’Inter, al completo, è più attrezzata e offre a Conte tutte le variabili che gli servono per impostare la partita a piacimento.

Si è potuto permettere di chiudere gli spazi come avevano fatto il Verona, il Cagliari, l’Udinese, potendolo fare con elementi di classe internazionale come De Vrij, Skriniar, Bastoni, utilizzando un grande giocatore come Perisic per tenere a bada Lazzari. I nostri hanno pagato dazio all’abbondanza, rivelando che la coperta in certe circostanze è corta: l’ammirevole dedizione con cui Luis Alberto e Milinkovic-Savic si sono applicati alla copertura ha lasciato l’attacco senza rifornimenti, e i canali che usa la Lazio di solito si sono inariditi: poco Lazzari, poco Marusic, poco Ciro, un Correa voglioso ma alla fine leggero.

In più, la difesa, priva di Radu che si è aggiuntoi a Luiz Felipe, lasciando ad Hoedt e a Patric l’incombenza di contenere, insieme ad Acerbi, la furia del duo interista, supportato da un ispirato Eriksen.

Non si può negare la delusione, ma si deve tenere presente che la sconfitta è arrivata al Meazza, per mano della capolista che è la più accreditata favorita per lo scudetto. Nessun dramma, quindi, ma ripartiamo subito: c’è una Sampdoria in forma, da domare. E arriva subito prima della Champions, circostanza che ha prodotto il disastro di Marassi all’andata, uno 0-3 senza metterci mano che introdusse l’impresa fatta in casa col Borussia Dortmund.

Difficile non sentire il richiamo del Bayern, che nei giorni scorsi si è aggiudicato il Mondiale del club. Ma per restare in zona Champions bisogna vincere con la Samp.

Ciro affonda il Cagliari. Lazio quarta

La Lazio batte il Cagliari soffrendo, grazie a un gol di Immobile. Ciro sa trasformare in oro anche qualche pallone sporco che gli arriva, in una partita dove il mucchio difensivo del Cagliari ha tolto alla Lazio lo spazio vitale per sviluppare gioco. Una gara poco spettacolare, col Cagliari che ha badato a non prenderle fin quando non le ha prese, e ha faticato poi a cambiare spartito.

La Lazio ha saputo attendere il momento giusto per colpire e ha lasciato ai sardi pochissime opportunità per replicare, è sembrata in ottima salute ma sempre un po’ in difficoltà davanti a chi sa chiudersi in difesa facendo muro. La sesta vittoria consecutiva riporta i biancocelesti al quarto posto, consente l’aggancio alla Roma e l’allungo su Napoli e Atalanta e spinge la Lazio col vento nelle vele verso la partitissima della prossima giornata, a Milano contro l’Inter.

I biancocelesti sono in testa alla classifica degli scontri diretti tra le prime sette in classifica e offrono quasi sempre prestazioni di alto livello in certe circostanze. Prepareranno la partita in settimana anche assistendo alla semifinale di ritorno di Coppa Italia, che vedrà impegnati i nerazzurri a Torino contro la Juventus. Un piccolo vantaggio che si spera di capitalizzare al meglio.

Buona la prestazione di tutti: la squadra ha interpretato con maturità l’impegno, dimostrando di essere sulla buona strada anche nella gestione di certe gare ostiche, contro avversari votati alla distruzione del gioco.

LAZIO (3-5-2): Reina 6; Musacchio 6 (37′ st Parolo), Acerbi 6,5, Radu 6,5; Lazzari 6,5 (19′ st Lulic 6), Milinkovic-Savic 6,5, Leiva 6,5 (37′ st Escalante), Luis Alberto 6,5 (19′ st Akpa Akpro), Marusic 6; Correa 6 (28′ st Muriqi 6), Immobile 7. A disp.: Alia, G. Pereira, Hoedt, Fares, A. Pereira, Caicedo. All.: Simone Inzaghi 6.

CAGLIARI (3-4-2-1): Cragno 7; Rugani 6, Godin 6, Walukiewicz 6; Zappa 6 (31′ st Simeone), Nandez 6,5, Marin 6,5, Lykogiannis 6 (7′ st Tripaldelli 6); Nainggolan 6 (39′ st Pereiro), Joao Pedro 6,5; Pavoletti 6 (39′ st Cerri). A disp.: Aresti, Vicario, Calabresi, Carboni, Asamoah, Tramoni. All.: Eusebio Di Francesco 6.

ARBITRO: Irrati di Pistoia. 

MARCATORI: 16′ st Immobile (L)

NOTE: Ammoniti Correa, Parolo (L); Nandez, Joao Pedro (C). Recupero: 6′ st.

Bergamo è biancoceleste

Una vittoria limpida, mai in discussione. La Lazio passa a Bergamo quasi senza faticare, confermando il suo grande momento di forma e arrivando a una striscia di cinque vittorie consecutive, ritrovando solidità difensiva e volando sulle magiche intuizioni di Milinkovic.Savic, uomo in più di questo scintillante avvio del 2021. Un magnifico gol di Marusic apre la contesa: dopo tre minuti la Lazio è in vantaggio e si guadagna la possibilità di giocare in una situazione tattica favorevole.

L’Atalanta incassa il colpo e tenta di reagire, ma senza creare pericoli. La Lazio colpisce in contropiede e sfiora il raddoppio con un colpo di testa di Milinkovic-Savic che centra il palo, al termine di un’azione nata da un gioco di prestigio di Luis Alberto e da un bel cross di Immobile. Lo spagnolo torna in ottima forma dall’operazione di appendicite e incrocia spesso Ilicic, oggi poco in evidenza.

Anche il secondo tempo parte con un gol della Lazio: al 6′ Immobile lancia Correa in splendida solitudine. il Tucu evita l’uscita di Gollini e deposita in porta da posizione defilata. I biancocelesti sfiorano il terzo gol con Lazzari, che si presenta in area e calcia su Gollini, e con Immobile, lanciato da Correa sul filo del fuorigioco: Ciro fulmina Gollini ma il gol viene annullato.

Muriel, subentrato a Zapata, inventa la solita giocata sopraffina e centra il palo al 34′: sul rimpallo la mette dentro Pasalic, riaprendo la partita. Per soli tre minuti, il tempo di fare qualche sostituzione: un magnifico lancio di Milinkovic-Savic libera in area Pereira, che sull’uscita di Gollini imbecca Muriqi per il più facile dei gol. Per la Lazio finisce in gloria, con la coda velenosa dello scambio di battute pepate tra Gasperini e Farris, che chiude con la più logica e definitiva delle battute: si sta ancora ragionando di una Coppa che fa bella mostra di sé a Formello.

Tre punti fondamentali, in una giornata in cui vincono tutte le dirette concorrenti per la zona Champions League. Un buon esordio per Musacchio e segnali positivi da tutti, con Milinkovic-Savic, Marusic e Lazzari in grande evidenza.

Atalanta-Lazio 1-3 (0-1)

ATALANTA (3-4-1-2): Gollini 5,5; Toloi 5,5, Palomino 6, Djimsiti 6; Maehle 6, De Roon 6, Freuler 5,5 (33′ st Caldara), Ruggeri 6 (1′ st Malinovskyi 5,5); Miranchuk 5,5 (9′ st Pasalic 6,5); Ilicic 5,5 (22′ st Lammers 5,5), Zapata 6 (9′ st Muriel 6,5). A disposizione: Pessina, Rossi, Scalvini, Sportiello. Allenatore: Gasperini 5,5.

LAZIO (3-5-2): Reina 7; Patric 6 (38′ pt Musacchio 7), Acerbi 7,5, Radu 7,5; Lazzari 7,5, Milinkovic-Savic 8, Leiva 7 (35′ st Escalante), L. Alberto 7 (9′ st Akpa Akpro 6,5), Marusic 7,5; Immobile 7 (35′ st Muriqi 7), Correa 6,5 (36′ st A. Pereira 7). A disposizione: Alia, Fares, Hoedt, Lulic, Parolo, G. Pereira. Allenatore: Inzaghi 8.

ARBITRO: Chiffi.

MARCATORI: 3′ pt Marusic (L), 6′ st Correa (L), 34′ st Pasalic (A)

NOTE: Ammoniti (A); Patric, Musacchio (L).

Bergamo amara (come sempre)

Vince l’Atalanta 3-2, e per la Lazio c’è qualche rimpianto, per come è andata la partita: sotto di un gol all’avvio aveva brillantemente ribaltato il risultato, s’era fatta raggiungere, in uno spettacolare match tra pugili senza guardia, e continuava a combattere giocandosi le sue carte. Poi l’espulsione di Palomino ha cambiato qualcosa, paradossalmente, e l’Atalanta ha spezzato l’equilibrio a suo favore quando gli eventi sembravano favorire la Lazio.

Era cominciata con un fuoco artificiale di gioco, ritmo, occasioni, capovolgimenti di fronte e di equilibri sul campo: Atalanta aggressiva e Lazio che tiene bene il campo, all’inizio, fino al gol che arriva al 7′: Djimsiti, su mischia susseguente a un corner, mette la gamba in mezzo a quattro difensori laziali imbambolati nell’area piccola. Solito gol su corner ma è difficile immaginare circostanze più bislacche per prendere gol, data l’assoluta superiorità numerica nel cuore dell’area.

La Lazio, comunque, in assetto da turnover spintissimo, prende subito a macinare gioco, mette in serie difficoltà l’Atalanta e arriva in scioltezza al pareggio, al 17′, con uno splendido colpo di testa di Muriqi su morbido cross di Acerbi. La partita è bellissima, la Lazio insiste sulle ali dell’entusiasmo e trova il secondo con Acerbi (34′), che deposita in porta dopo lunga azione personale. Appena finito di esultare arriva il pareggio di Malinovsky, che sfrutta un bel servizio di Muriel, che aveva disposto facilmente di un frastornato Hoedt.

Primo tempo pirotecnico e ripresa che ne segue la scia: Inzaghi manda in Campo Lazzari e Parolo per Fares e Patric. All’8′ Palomino stende Lazzari che si era involato verso l’area: chiara occasione da gol, con Pairetto che estrae il rosso. Per la Lazio sembra la svolta della gara, invece la partita si complica. Arriva subito il terzo gol, segnato da Miranchuk, servito da Romero che aveva rubato palla a Hoedt.

La Lazio non riesce a sfruttare la superiorità numerica e l’Atalanta ha l’occasione di chiudere al 64′: Zapata, subentrato a Muriel, viene agganciato in area da Hoedt, proteso in uno dei suoi spericolati tackle. Il fallo, se c’è, è inutile. Il rigore viene parato da Reine, che intercetta il tiro centrale di Zapata.

Da qui in poi comincia uno sterile attacco-contro-difesa, con l’Atalanta che serra i ranghi e la Lazio che intasa gli spazi, inserendo Immobile e Correa, oltre a Lulic, e adattandosi a giocare nei venti metri dell’Atalanta, girando palla e trovando enormi difficoltà a costruire. Gollini all’89’ si oppone con una bella parata a un colpo di testa di Acerbi: questa l’unica pallagol costruita dalla Lazio in superiorità numerica.

Risultato alla fine giusto, che conferma la supremazia dei bergamaschi nei recenti confronti, oppure la sudditanza dei biancocelesti, che è quasi lo stesso. Ci sarà la rivincita tra pochi giorni in campionato, sempre a Bergamo: la Lazio stavolta giocherà con la formazione migliore, e anche l’Atalanta.

Resta il dispiacere per una situazione favorevole che non è bastata a ottenere la qualificazione, ma il verdetto del campo va accettato e va riconosciuto alla Lazio il merito di aver tenuto benissimo il campo di fronte a una squadra formidabile.

ATALANTA (3-4-2-1): Gollini 6,5; Djimsiti 7, Romero 7, Palomino 6; Maehle 6 (43′ st Caldara), Pessina 6, Freuler 6,5, Gosens 6,5; Malinkovskyi 6,5 (14′ st Zapata 5,5), Miranchuk 6,5 (14′ st De Roon 6); Muriel 7 (18′ st Toloi 6). A disposizione: Gyabuaa, Ilicic, Lammers, Rossi, Ruggeri, Scalvini, Sportiello, Sutalo. Allenatore: Gasperini 7

LAZIO (3-5-2): Reina 7; Patric 6 (46′ Parolo 6), Hoedt 4 (26′ st Immobile sv), Acerbi 7,5; Marusic 6, Milinkovic-Savic 6,5, Escalante 5,5 (17′ st Correa 6), Akpa Akpro 6,5, Fares 6 (46′ Lazzari 6); A. Pereira 5,5 (36′ st Lulic), Muriqi 7. A disposizione: Alia, Armini, Cataldi, Czyz, G. Pereira, Radu, Vavro. Allenatore: Inzaghi 5,5

ARBITRO: Pairetto di Nichelino 6

MARCATORI: 7′ pt Djimsiti (A), 17′ pt Muriqi (L), 34′ pt Acerbi (L), 36′ pt Malinovskyi (A), 12′ st Miranchuk (A)

NOTE: Espulso Palomino (A) per fallo da ultimo uomo all’8′ st. Ammoniti: Romero, Malinovskyi (A); Patric, Fares, Escalante (L)

Vittoria in rimonta: la Lazio va

Tre punti d’oro. Questa la sintesi al termine di una gara che la Lazio ha vinto con pieno merito, pur sbagliando l’approccio: nei primi minuti i biancocelesti hanno prestato il fianco al pressing del Sassuolo, palleggiando in modo incerto e prevedibile e consegnando palla agli emiliani in situazioni pericolose: al terzo affondo Caputo segna, e sono passati appena 6 minuti.

Non si tratta, però, della ripetizione delle scialbe esibizioni interne con Udinese e Verona: la squadra reagisce subito, mettendo all’angolo gli emiliani e andando al tiro ripetutamente. Al 25′ Milinkovic-Savic fulmina Consigli con un potente colpo di testa su calcio d’angolo battuto da Correa. Pareggio meritato. La Lazio abbassa un poco il ritmo e si mette ad aspettare l’occasione buona per colpire.

La partita scorre su questi binari anche all’inizio del secondo tempo: la Lazio chiama il Sassuolo fuori dal guscio e prova a colpire l’avversario sbilanciato. Rischia poco, giusto qualche sgroppata senza costrutto di Haraslin e qualche bella geometria di Locatelli. Poi, al fatidico 71′, colpisce con Immobile, che fionda in porta una ghiotta imbeccata da Marusic. I cross dal fondo sono sempre l’anticamera del gol e Ciro è un cecchino infallibile.

La Lazio continua, dopo il gol, a recitare il suo copione. Le sostituzioni non alterano lo spartito: Parolo e Caicedo erano subentrati prima del gol a Patric e Correa, poi Escalante e Lulic rilevano Leiva e Lazzari, nel finale un ottimo Muriqi dà il cambio a Immobile e impegna severamente Consigli, che respinge corto un suo sinistro angolato, sui piedi di Escalante che tira addosso al portiere la palla del 3-1.

Squadra in ottima salute, con Acerbi, Marusic e Milinkovic-Savic in grande evidenza, attesa a una verifica severissima: due confronti con l’Atalanta, tra Coppa Italia e campionato, saranno il banco di prova per le ritrovate ambizioni della squadra. La classifica è corta e la Coppa Italia decide ora le protagoniste per l’atto finale. La Lazio è pronta a giocarsi le sue carte.

LAZIO (3-5-2): Reina 7; Patric 5,5, Acerbi 8, Radu 6,5; Lazzari 6,5 (30′ st Lulic 6), Milinkovic-Savic 8, Leiva 6,5 (31′ st Escalante 6), Akpa Akpro 6,5, Marusic 8; Correa 6, Immobile 7 (41′ st Muriqi 6,5). A disposizione: Alia, Furlanetto, Armini, Hoedt, Parolo, Fares, Czyz, Pereira, Caicedo. Allenatore: Inzaghi

SASSUOLO (4-2-3-1): Consigli 6; Muldur 6 (46′ st Raspadori), Ferrari 6, Marlon 6, Rogerio 6,5; Locatelli 6, Obiang 6 (31′ st Lopez); Traoré 6 (31′ st Boga), Djuricic 7, Defrel 5,5 (1′ st Haraslin 6); Caputo 7. A disposizione: Pegolo, Turati, Ayhan, Peluso, Kyriakopoulos, Magnanelli, Oddei, Toljan. Allenatore: De Zerbi

ARBITRO: Giua di Olbia

MARCATORI: 6′ pt Caputo (S), 25′ pt Milinkovic-Savic (L), 26′ st Immobile (L)

NOTE: Ammoniti: Patric, Leiva (L); Marlon, Ferrari (S)

Lazio-Parma 2-1. Muriqi c’è

Muriqi, primo gol biancoceleste. O quasi

Una tranquilla galoppata infrasettimanale, per la Lazio, fino all’82’: Il Parma pareggia con Mihaila il gol iniziale di Parolo e mette in discussione una qualificazione che pareva assodata. E allora ci ha pensato Muriqi, con una terrificante incornata, al 90′, che ha incocciato il palo alla sinistra del portire, per poi rimbalzare sulla sua schiena e rotolare in porta. Un’autorete dell’incolpevole Colombi, insomma, ma per la Lazio si trattava del terzo legno colpito. Un certo credito con la fortuna, insomma, c’era. In precedenza poco da raccontare: ritmi blandi, poca motivazione da parte dei big laziali, una bella prestazione di un vivace Akpa Akpro e un palo a testa per il duo d’attacco sotto esame: prima Muriqi, con un pregevole esterno sinistro, poi Pereira, con un tiro a botta sicura, entrambi sul palo interno alla destra del portiere, bravo a respingere su un altro tiro di Muriqi. Nella ripresa proprio Mihaila aveva centrato a sua volta la traversa. Da segnalare il ritorno in campo di Senad Lulic, dopo quasi un anno. Prova poco convincente di Fares, discreta voglia ma poco costrutto per Pereira, sostituito dopo un’ora con Correa. Buona prova di Muriqi, con qualche sbavatura ma sempre pronto al dialogo con i compagni e molto solido. Ottimo Parolo, autore del primo gol con un bel colpo di testa. C’è la qualificazione, che è quello che si chiedeva alla partita, davanti a una squadra piena di ragazzi desiderosi di fare bella figura. Ci sono riusciti. nei quarti ci tocca l’Atalanta.

LAZIO (3-5-2): Strakosha; Parolo (47′ st Vavro), Hoedt, Acerbi; Lazzari (16′ st Marusic), Milinkovic (14′ st Correa), Escalante, Akpa Akpro, Fares (16′ st Lulic); Pereira (14′ st Patric), Muriqi. A disp.: Reina, Alia, Armini, Radu, Bertini, Czyz, Caicedo. All.: Simone Inzaghi

PARMA (4-3-3): Colombi; Busi, Kurtic, Dierckx (21′ st Camara), Ricci; Sohm, Cyprien (17′ st Brugman), Dezi (17′ st Hernani); Mihaila (48′ st Adorante), Sprocati (48′ st Traorè), Brunetta. A disp.: Rinaldi, Sepe, Radu, Bane, Kosznovszky, Artistico, Lopes Silva. All.: Roberto D’Aversa

ARBITRO: Ayroldi di Molfetta.

MARCATORI: 23′ pt Parolo (L), 38′ st Mihaila (P), 45′ st aut. Colombi (L)

Un’occasione per due

Muriqi e Pereira, tocca a voi

Una settimana di cattive notizie, dopo la festa del derby: l’operazione-lampo subita per un’appendicite da Luis Alberto, e quella da programmare per la caviglia dolente di Luiz Felipe. Contrattempi che non fanno scemare l’entusiasmo a Formello, innescato da un effetto derby palese anche a guardare dall’altra parte del Tevere, con le difficoltà enormi palesate dalla Roma in Coppa Italia, indice di uno stato confusionale da pugile suonato.

In attesa di capire come sarà gestita la lunga assenza (due mesi) di Luiz Felipe, ammesso che si operi, in difesa stasera contro il Parma si rivedrà Parolo, già utilizzato a inizio stagione. Porta chiusa per Armini, evidentemente non considerato all’altezza della situazione da Inzaghi. La partita vedrà la Lazio opposta a una squadra che sta lavorando bene per ritrovarsi, confortata dall’ottimo risultato ottenuto col Sassuolo. In vantaggio per tutta la partita con un gol di Kucka, i crociati sono stati raggiunti nel recupero con un calcio di rigore, nonostante l’emergenza assoluta, con diversi titolari indisponibili.

Un’emergenza che perdura. Per la Lazio, dunque, la qualificazione è alla portata, a patto di mantenere alta la concentrazione. Sarà la grande occasione per due che il campo l’hanno visto poco, nonostante le ottime referenze. Mentre Pereira ha già fatto balenare le sue indubbie doti tecniche, nei pochi minuti passati in campo, Muriqi ha alimentato più di qualche dubbio, nonostante i tifosi l’abbiano preso subito in simpatia, per la sua immagine da pirata che evoca uno spirito battagliero a oggi visto in campo solo a tratti.

Muriqi si è impegnato molto ogni volta che è entrato, ma ha palesato qualche limite tecnico ed è probabile che il suo sia un problema di adattamento, visto che in Turchia ha lasciato molti estimatori.
Stasera ci sarà per lui una grande occasione per sbloccarsi, cancellare lo zero dalla casella dei gol segnati e iniziare un percorso importante con la Lazio, mettendo anche a tacere qualche sussurro di mercato che lo vorrebbe sulla rotta di un ritorno a casa che suonerebbe da bocciatura per lui e per il mercato della Lazio.

Tornano Fares e Strakosha, spazio per Hoedt, Escalante e Akpa Akpro, insomma una Lazio formato turnover, con gli straordinari chiesti allo stakanovista Acerbi e a Milinkovic-Savic. In campo per il Parma anche il giovane belga Dierckx, primo 2003 in assoluto a esordire nel campionato di serie A.
Arbitrerà Ayroldi.

Autogol eccellenti

 

Per Globalist (16/1/2021)

“La situazione è grave, ma non è seria”. La famosa frase di Ennio Flaiano descrive alla perfezione l’irresistibile impulso che alcuni protagonisti in prima linea nella lotta al Covid non riescono a reprimere: fare battute da tifosi fuori luogo, mischiando argomenti apparentemente futili come il calcio (la più importante delle cose meno importanti, diceva Sacchi) con questioni assai serie, come la lotta al Covid o la crisi di Governo.
Continue reading “Autogol eccellenti”

Lazio da sogno: derby dominato

Un derby senza storia, che finisce 3-0: la Lazio domina la partita, sospinta dall’uragano-Lazzari, e la Roma cola a picco, imbarcando acqua nella falla aperta dal disastro difensivo romanista, con Ibanez e Spinazzola in difficoltà inenarrabili contro il folletto vicentino, che mette lo zampino in tutti e tre i gol, si vede negato un possibile rigore, e passa tutti i 98 minuti della partita a scattare a ripetizione, imprendibile se non con qualche calcione che i romanisti gli rifilano, per frustrazione. Continue reading “Lazio da sogno: derby dominato”

Laziali e romanisti, la storia infinita

Un post del 2015, riveduto e aggiornato per il derby: ci risiamo. Scritto su Globalist sport.

Il calcio romano, su scala nazionale, è storicamente di alto ma non altissimo, livello. Juventus, Inter e Milan hanno sempre comandato, ci sono stati periodi di grande fasto per Genoa, Pro Vercelli, Bologna e Torino, ma il dominio di una delle due squadre romane non c’è mai stato, se non per periodi brevi: la Roma ha vinto tre scudetti, la Lazio due. Le due squadre, però, hanno vinto una buona quantità di coppe: la Lazio prevale con quelle internazionali, che mancano alla Roma, e finisce per avere un palmares complessivamente più ricco di trofei (16 a 14). Continue reading “Laziali e romanisti, la storia infinita”