Interviste con laziali notevoli

 

Riprendo dall’inizio il ciclo delle interviste con laziali notevoli, che due anni fa portammo avanti, per qualche tempo e con grande soddisfazione, sul mio blog postpank.wordpress.com.
Intanto ripubblico qui quelle già fatte, poi vediamo di riprenderle. Comincio dall’introduzione, riceduta e (poco) corretta, che risale al novembre 2018.

Cominciò tutto (circa) vent’anni fa.

C’era internet e ci si chiedeva cosa farsene, e l’idea che venne subito a tutti era cercarci sopra cose riguardanti le proprie passioni. In tanti hanno detto che il calcio è la cosa più importante di quelle meno importanti, e parlarne in rete è stato automatico.

Siccome i laziali sono tanti e intraprendenti, è iniziata subito una conversazione fitta fitta, che non è mai finita, anzi. E’ stata laziale la prima grande comunità di tifosi in rete (Lazio.net) e lì dentro si sono conosciute e hanno condiviso le loro storie tante persone, accomunate dallo stesso “spirito”.

Storie diverse che testimoniavano un pensiero ricco di sfumature, raccontate da persone di valore, estranee al vippaio laziale che, nei primi 25 anni di comunicazione radiotelevisiva locale, aveva già prodotto i suoi “idoli”, caratterizzati spesso dalla stessa autoreferenzialità dimostrata dalla Curva Nord, intesa come soggetto che comunica.

Sul tema sono stati scritti saggi ponderosi e non starò qui a riprenderlo, perché non è di questo che mi preme parlare. L’umanità varia delle comunità laziali, fatta di gente comune, di artisti, di scrittori, di giornalisti, di sportivi, di ex calciatori, di scienziati, di docenti universitari, costituisce una piccola carboneria, una confraternita di gente resistente che si conosce e s’incontra, in piccoli gruppi e segmenti, una volta in qualche stadio, una volta in una bettola, spesso in una chat di Whatsapp o ancora su uno dei tanti forum su cui si è riversata la discussione.

Sono amicizie nate o sfociate nel virtuale che sembrano fragili ma spesso sono insospettabilmente solide, si basano su vera stima e trovano un tessuto comune in cui fanno coesistere diverse visioni del mondo e persone che vivono in luoghi e in condizioni diverse. Il tutto col pretesto, o forse grazie, alla fede laziale.

In questi contatti privati si accenna spesso alla narrazione che la comunicazione fa del calcio, e al fatto, rilevante se si parla delle cose laziali, che la roma (perdonino la minuscola i non laziali) sia una delle squadre “mediatiche”, il che porterebbe alla mortificazione della Lazio, o all’enfatizzazione di alcuni elementi negativi legati alla tifoseria ultras, buoni per mettere in cattiva luce tutto quello che riguarda il club biancoceleste.

Su questo noi laziali facciamo spesso della feroce ironia, anche se alcuni di noi cedono alla provocazione e si costituiscono in bellicosi comitati che pretendono rispetto e chiedono ragione delle offese ricevute.

Non è questo, però, che ci tiene insieme da vent’anni: è la qualità della conversazione, la prima cosa. E la capacità di condividere una visione che si è allargata in altri ambiti e ci porta a riconoscerci e a rispettarci. Una piccola ma solida, finanche rocciosa, se si tratta di fede, comunità.

Ci sono entrato dentro in un momento particolare della mia vita e ho trovato amici, ho cominciato a scrivere della Lazio e sulla Lazio e da lì, grazie a tante persone che ho conosciuto e che mi hanno apprezzato, regalandomi la loro amicizia, ho potuto fare tante cose che mi hanno arricchito personalmente.

Se ho scritto libri e articoli di giornale e se tengo blog da vent’anni è perché il 19 novembre del 1999 compilai la form di iscrizione a Lazio.net. Il resto è venuto dopo. Non ho prodotto cose importanti ma è stato importante per me produrle.

Ad alcuni degli amici che ho conosciuto in questi anni ho fatto nei giorni scorsi delle domande, quasi per gioco, cercando di mettere insieme materiale da plasmare in qualche maniera.

Comincerò a postare queste piccole interviste sul blog: non si tratta di laziali VIP, almeno non di quelli che monopolizzano le infinite dirette radiofoniche rimasticando sempre gli stessi concetti. Si tratta però di laziali notevoli, di gente che ha qualcosa di interessante da dire, magari facendo polemiche o affermando teorie o ancora sfogliando le foto in bianco e nero di una storia che ha parecchio da raccontare anche a colori.

Non parleremo solo di pistole e palloni e di eroiche trasferte in fondo allo stivale fatte da 50 persone e raccontate da 500. Parleremo della vita usando come pretesto la Lazio, come facciamo da vent’anni.