Caicedo sblocca la Lazio

Al fin della licenza, Caicedo tocca. E se segna sempre nei minuti finali della gara c’è un motivo: è perché gioca solo quelli. Che sia per la fascite plantare o per un destino avverso, questa è la realtà: mai citazione chinagliesca fu più appropriata, insieme all’altra frase famosa di Giorgio: bisogna fare go’, diceva lui, che di gol se ne intendeva.

Ecco, la Lazio non fa più go’, rispetto alle medie d’abitudine fino all’anno scorso. E tutto si mette su un piano inclinato scivoloso: la squadra tende a sbilanciarsi per aumentare la pressione offensiva, negli spazi intasati non trova mai l’ultimo passaggio, e il tandem d’attacco titolare ne risente. Vero che la Lazio ha quattro punte da ruotare, ma il tecnico ne usa soprattutto due: se gli stenti di Muriqi sono evidenti, ancorché comprensibili, avendo dieci minuti a partita a disposizione, il discorso su Caicedo è ben più complicato, perché Felipe ha una media realizzativa eccellente. Solo che gioca poco.

Col Crotone la fatica fatta dalla Lazio è veramente esagerata, soprattutto perché, come ha detto Cosmi a fine gara, la Lazio ha iniziato con un avversario timoroso e quasi inerte, costruendo il suo gioco a volte ruminato, a volte frenetico ma sempre privo di sbocchi.

Luis Alberto, oggi il migliore insieme a Caicedo, ha abbandonato la pratica dell’assist, dopo essere stato il miglior assistman l’anno scorso, per darsi al gol.
Ottimo, ma viene il dubbio che il problema siano i compagni che non trasformano in gol le sue assistenze, e che perciò lui si sia messo in proprio.

Le difficoltà di Immobile continuano, anche se oggi è sembrato meno sofferente che nelle ultime uscite. La testa però balla per tutti: sembrano provarlo i troppi tiri forzati finiti in curva, gesti fatti quasi per liberarsi di una palla che scotta, di cui non si sa cosa fare.
Come ha fatto Escalante, scoccando quel tiro a mezza altezza, senza pretese, che Caicedo ha ghermito, felino, con un perfetto controllo, per poi fiondare in porta, fulmineo.

Un gol che restituisce valore alle prodezze di Milinkovic-Savic e di Luis Alberto, annullate dal doppio pareggio di Simy, uno su un rigore veramente sciagurato causato da un intervento sbadato e irruento di Fares, che continua nella sua misteriosa oscura stagione.

C’è una specie di maledizione del terzino/esterno sinistro che affligge Tare: ogni soluzione portata in quel ruolo, per un motivo o per l’altro, finisce per fallire. C’è ancora tempo ma Fares, a oggi, ha deluso. Con lui la difesa, sempre sotto accusa. Ma si sa che la difesa è un fatto di squadra. A meno che non compia errori individuali, e alla Lazio non manca mai chi ne fa di madornali.

Oggi si è rischiato di pareggiare contro l’onesta ultima in classifica, subendo gol in due situazioni su tre: la terza, per fortuna, sventata da un Reina decisivo. La Lazio lascia perplessi, da qualunque angolazione la si guardi. Forse chiudere il capitolo Bayern le farà bene, e allora questi tre punti potrebbero diventare un piccolo, nuovo inizio.

Nulla è perso!

Dopo la sconfitta di Torino, ecco l’analisi, non solo tattica, di un momento difficile
di Giuseppe “Gasco”

 

ORA MI ASPETTO GLI UOMINI: siamo in grande difficolta’ purtroppo per tanti motivi e questo peggiora le problematiche ma allo stesso tempo abbiamo un calendario molto favorevole nelle prossime partite.
Una Lazio all’ 80% puo’ fare filotto: ancora puo’ dipendere solo da noi perche’ dobbiamo (recuperare?), la partita contro il Toro e le altre hanno scontri diretti.
Ad esempio sappiamo che la roma soffre moltissimo gli scontri diretti.
Il Napoli ha problemi come noi anche se a differenza nostra sembra ne stia uscendo.
L’ Atalanta (tolte l’ Inter, la Juve e il Milan), mi sembra quella più pericolosa.

Tuttavia dobbiamo ricordarci che abbiamo stracciato Atalanta, Napoli e roma: è vero che c’erano i titolari ma forse rientreranno Radu e L.Felipe (si era parlato delle ultime 9 partite per lui!). Tare, Inzaghi, Peruzzi, Farris e i giocatori devono guardarsi e dire: possiamo ancora farcela!

A preoccuparmi sono pero’ 3 cose:
1) Non vedo questa mentalita’ e questo spirito di squadra ed e’ proprio per questo che devono chiudersi dentro una stanza e guardarsi in faccia (affrontarsi se necessario).

2) Al di la’ del modulo che io cambierei visto che gli interpreti non sono più quelli di prima, cambierei in un 4/3/1/2, perchè con i nostri terzini offensivi il 4/3/1/2 sarebbe quello più applicabile rispetto agli altri moduli a 4 dove i terzini giocano più centrali e devono difendere di più oltre ad aver altri compiti. Do per certo che il mister non schioderà dal 3/5/2, per cui bisognerà trovare soluzioni dentro il suo credo.Allora dico, ok il 3/5/2: purchè si parta da una certezza che è Acerbi al centro!
Non possiamo far comandare la difesa da Hoedt e relegare il nostro miglior difensore (Acerbi), lontano dalla zona nevralgica della nostra area di rigore.
Ci sono le parole di Zoff in merito alla posizione di Acerbi (Zoff non e’ proprio uno sprovveduto e ama la Lazio!). Purché si parta da un’altra certezza che è quella di non mettere i titolari (quelli rimasti), fuori ruolo: Marusic se non gioca a sinistra deve giocare a destra, non puoi far entrare  Patric, lasciar Marusic dietro e far fare il quinto a Patric.  poi proprio te mister che sei il primo a non voler cambiar modulo per non togliere certezze ai giocatori mentre e’ in questo modo che gli e ne’ togli di piu’.

3) Che si dia respiro a Ciro per averlo al massimo tra due settimane: Caicedo era in ballottaggio con Correa contro la Juve quindi significa che si e’ ripreso e può giocare.
Caicedo ora non deve esser in ballottaggio con Correa ma deve essere il titolare al posto di Ciro finche’ regge il minutaggio. Se Caicedo regge 2 settimane Ciro tornera’ pimpante: e per noi, Ciro e’ fondamentale.

Non mi interessano gli errori commessi fino ad oggi o, almeno non ora: adesso mi interessa non commettere piu’ gli stessi errori di prima e mi interessa arrivare alla meta poi a fine campionato il Presidente tirerà le somme.

Muriqi non può rappresentare una certezza: magari entra e fa grandi cose ma ora dobbiamo affidarci all’ esperienza, alla sicurezza e a chi già è integrato al gioco della squadra: Caicedo. Ma Muriqi così come Pereira potranno esser comunque fondamentali nei 5 cambi all’interno delle gare. La squadra conosce Caicedo e sa come servirlo.
Muriqi fa un altro tipo di gioco che noi non utilizziamo in questo momento e questo rappresenterebbe un ulteriore mancanza di sicurezza.

Ora, dobbiamo puntare a vincerle: niente è finito ma  questi 3 punti sono fondamentali oltre al fatto di rinchiudersi da qualche parte, guardarsi negli occhi e stringere un patto d’ acciaio per dare l’anima da qui a fine campionato (giocatori e mister compreso).

A fine campionato, Lotito esprimerà i suoi giudizi e anche Tare verrà valutato: ora, deve parlare solo il campo.

Ah, e niente  impostazione orizzontale dal basso. Con determinati interpreti possiamo permettercelo ma con altri, no. Ci sono pochi punti fondamentali per battere le prossime avversarie: il tutto condito da tanta cattiveria agonistica.

Musacchio secondo me può dare di più rispetto ad Hoedt e Patric: soprattutto non abbiamo alternative se non vogliamo spostare Acerbi a sinistra, e Acerbi DEVE GIOCARE AL CENTRO E DEVE PENSARE A DIFENDERE NON AD ATTACCARE!. Musacchio e Patric in attesa di Radu e L.Felipe possono giocare esterni: Hoedt, no e ti costringe a spostare Ace a sinistra.

La soluzione deve essere la piu’ semplice: anche perché non ne abbiamo altre, a meno che non si voglia passare a  4 cosa che Inzaghi non farà. Allora giochiamo pure a tre ma con questi punti base: se mancano i giocatori per prima cosa non bisogna spostare di ruolo quelli rimasti! E per far questo ti devi fidare degli altri: se sbaglieranno e perderemo non sara’ colpa dell’ allenatore ma se spostiamo anche i titolari le certezze rimaste saranno ridotte al lumicino e perderemo (come sta avvenendo), anche le altre.

Inzaghi chiaramente non puo’ non entrare in ballo. In questo momento deve far le cose più semplici fidandosi per forza del materiale che ha: e nessuno gli butterà la croce addosso.

Sono sicuro che facendo le cose semplici arriveremo alla meta: ma non prima di esserci guardati tutti in faccia.

FORZA INZAGHI, FORZA RAGAZZI E FORZA LAZIO! NULLA E’ PERSO: “CHI VUOL RIMANERE RIMANGA CHI VUOL ANDARE VIA PUO’ PURE ANDAR VIA” (E.FASCETTI -9).

Contro il Bayern per imparare a vincere

30 Campionati tedeschi
20 Coppe di Germania
8 Supercoppe di Germania
6 Coppe di Lega tedesca
6 Coppe dei Campioni/Champions League
1 Coppa delle Coppe
1 Coppa UEFA
2 Supercoppe europee
2 Mondiali per club
2 Coppe Intercontinentali

Totale: 78 (settantotto) trofei.

Questo è l’avversario che affronterà la Lazio nella sfida degli ottavi di finale di Champions League. Nel ciclo attuale: campioni di Germania dal 2012/2013 a oggi, senza interruzione; detentori della Champions League, del Mondiale per club e della Supercoppa Europea.

Negli ultimi anni si è sempre detto che la qualificazione alla Champions League vale meno di un trofeo, perché non la si può esporre in bacheca come una coppa scintillante.
Però è vero che certe occasioni abituano ai confronti di alto livello, necessari, poi, a trovare le risorse per mettere nel mirino un grande obiettivo, che può essere uno scudetto o una partecipazione importante a una Champions League.

Per intenderci, almeno un quarto di finale, traguardo che raggiunse la Lazio di Eriksson, allora accreditata tra le favorite per vincere la Coppa, che incappò in una serata storta al Mestalla di Valencia e finì per uscire dalla competizione con grandi rimpianti.

Era un momento in cui le squadre italiane arrivavano con facilità a giocarsi le maggiori competizioni europee. Non succede più da anni, visto che i superclub ricchissimi, quelli tradizionali e quelli nuovi,  hanno monopolizzato i grandi tornei europei, ma spesso è capitato di vedere nelle fasi finali del torneo squadre di cilindrata simile a quella della Lazio.

Giocare questa gara col Bayern, insomma, va al di là della competizione per la qualificazione: il pronostico è chiuso, ma proprio per questo la Lazio potrà giocare senza particolare tensione, sapendo che tutto quello che verrà di buono sarà oro colato, e che l’esperienza fatta sarà già un arricchimento fondamentale per il curriculum di tutti quelli che saranno in campo.

La sconfitta in campionato con l’Eintracht dice che i bavaresi sono esseri umani.
In Champions forse giocheranno con più forza e concentrazione, ma sono i primi a esprimere rispetto per le qualità della Lazio, come ha fatto il solito Miro Klose, campione di fair play oltre che fuoriclasse in campo.

Proprio l’aver avuto Klose in biancoceleste dimostra che la Lazio può ambire a stare su certi palcoscenici, se non per ricchezza o per blasone internazionale almeno per l’ottima gestione sportiva degli ultimi trent’anni. Una squadra ormai abituata all’Europa, che punta a piantare le tende nell’Olimpo della Champions League.
Lazio-Bayern, perciò, deve essere un principio, un passaggio di avvicinamento, un capitolo di una storia ancora tutta da scrivere.

 

Tre punti (quasi) facili con la Sampdoria

Un pomeriggio tutto sommato tranquillo per la Lazio contro la Sampdoria. Partita vinta col minimo sforzo, grazie a un bel gol di Luis Alberto, che gioca a fare l’uomo ragno e si rabbuia, al solito, quando viene sostituito. In un clima da assaggio di primavera la Lazio parte piano, con tocchi leziosi e torpori, prende atto della poca voglia dell’avversario e trova il gol quando decide di affondare il colpo, poi controlla con qualche sbadiglio la reazione doriana, poco convinta nell’atteggiamento, anche se alcuni protagonisti in campo potrebbero fare danni. Più Quagliarella di Keita, spento dopo i saluti a tutti del pregara.

La partita scivola via sonnacchiosa, svegliandosi un poco nel secondo tempo, con le sostituzioni di Ranieri che provano a cambiare lo spartito, senza produrre grandi sussulti.
Mancato il raddoppio in diverse occasioni, clamorose quella di Muriqi e quella di Milinkovic-Savic, la Lazio soffre per qualche mischia nel finale ma porta a casa tre punti importanti e può concentrarsi sulla serata di gala di martedì, quando affronterà un Bayern sconfitto in Bundesliga a Francoforte. Segno che anche i tedeschi hanno la testa alla Coppa, mentre devono gestire, non senza polemiche, una mezza emergenza da Covid che li sta esponendo a censure in patria per comportamenti non pienamente rispettosi delle regole. Una storia già sentita.

Biancocelesti tutti da valutare positivamente, considerate le circostanze. Un Immobile un po’ al di sotto delle sue possibilità nel giorno del suo compleanno. Buona qualità per Correa e Milinkovic-Savic, decisivo Luis Alberto, molto positivi Marusic e Musacchio, entrano bene tutti i sostituti, in una giornata che conforta la squadra all’indomani della battuta d’arresto di Milano. La lotta per la zona Champions continua, ora si tratta di confermare di esserne degni con una bella prova contro i supercampioni bavaresi.

Lazio-Sampdoria 1-0 (1-0)

LAZIO (3-5-2): Reina; Patric, Acerbi, Musacchio; Marusic, Milinkovic, Leiva (63′ Escalante), Luis Alberto (63′ Muriqi), Lulic (56′ Fares); Correa (56′ Akpa Akpro), Immobile (86′ Caicedo). A disposizione: Alia, Pereira, Armini, Parolo, Cataldi. Allenatore: Inzaghi

SAMPDORIA (3-4-1-2): Audero; Ferrari, Yoshida (46′ Bereszynski), Colley; Candreva, Silva, Ekdal, Augello; Ramirez (46′ Jankto); Quagliarella, Keita (67′ Damsgaard). A disposizione: Ravaglia, Letica, Verre, Torregrossa, Askildsen, Regini, Tonelli, Gabbiadini, Léris. Allenatore: Ranieri

ARBITRO: Massa di Imperia.

MARCATORI: 24′ Luis Alberto (L)

NOTE: Ammoniti: Lulic, Marusic, Escalante, Patric (L); Silva, Ekdal, Colley (S)

Ciro affonda il Cagliari. Lazio quarta

La Lazio batte il Cagliari soffrendo, grazie a un gol di Immobile. Ciro sa trasformare in oro anche qualche pallone sporco che gli arriva, in una partita dove il mucchio difensivo del Cagliari ha tolto alla Lazio lo spazio vitale per sviluppare gioco. Una gara poco spettacolare, col Cagliari che ha badato a non prenderle fin quando non le ha prese, e ha faticato poi a cambiare spartito.

La Lazio ha saputo attendere il momento giusto per colpire e ha lasciato ai sardi pochissime opportunità per replicare, è sembrata in ottima salute ma sempre un po’ in difficoltà davanti a chi sa chiudersi in difesa facendo muro. La sesta vittoria consecutiva riporta i biancocelesti al quarto posto, consente l’aggancio alla Roma e l’allungo su Napoli e Atalanta e spinge la Lazio col vento nelle vele verso la partitissima della prossima giornata, a Milano contro l’Inter.

I biancocelesti sono in testa alla classifica degli scontri diretti tra le prime sette in classifica e offrono quasi sempre prestazioni di alto livello in certe circostanze. Prepareranno la partita in settimana anche assistendo alla semifinale di ritorno di Coppa Italia, che vedrà impegnati i nerazzurri a Torino contro la Juventus. Un piccolo vantaggio che si spera di capitalizzare al meglio.

Buona la prestazione di tutti: la squadra ha interpretato con maturità l’impegno, dimostrando di essere sulla buona strada anche nella gestione di certe gare ostiche, contro avversari votati alla distruzione del gioco.

LAZIO (3-5-2): Reina 6; Musacchio 6 (37′ st Parolo), Acerbi 6,5, Radu 6,5; Lazzari 6,5 (19′ st Lulic 6), Milinkovic-Savic 6,5, Leiva 6,5 (37′ st Escalante), Luis Alberto 6,5 (19′ st Akpa Akpro), Marusic 6; Correa 6 (28′ st Muriqi 6), Immobile 7. A disp.: Alia, G. Pereira, Hoedt, Fares, A. Pereira, Caicedo. All.: Simone Inzaghi 6.

CAGLIARI (3-4-2-1): Cragno 7; Rugani 6, Godin 6, Walukiewicz 6; Zappa 6 (31′ st Simeone), Nandez 6,5, Marin 6,5, Lykogiannis 6 (7′ st Tripaldelli 6); Nainggolan 6 (39′ st Pereiro), Joao Pedro 6,5; Pavoletti 6 (39′ st Cerri). A disp.: Aresti, Vicario, Calabresi, Carboni, Asamoah, Tramoni. All.: Eusebio Di Francesco 6.

ARBITRO: Irrati di Pistoia. 

MARCATORI: 16′ st Immobile (L)

NOTE: Ammoniti Correa, Parolo (L); Nandez, Joao Pedro (C). Recupero: 6′ st.

Bergamo è biancoceleste

Una vittoria limpida, mai in discussione. La Lazio passa a Bergamo quasi senza faticare, confermando il suo grande momento di forma e arrivando a una striscia di cinque vittorie consecutive, ritrovando solidità difensiva e volando sulle magiche intuizioni di Milinkovic.Savic, uomo in più di questo scintillante avvio del 2021. Un magnifico gol di Marusic apre la contesa: dopo tre minuti la Lazio è in vantaggio e si guadagna la possibilità di giocare in una situazione tattica favorevole.

L’Atalanta incassa il colpo e tenta di reagire, ma senza creare pericoli. La Lazio colpisce in contropiede e sfiora il raddoppio con un colpo di testa di Milinkovic-Savic che centra il palo, al termine di un’azione nata da un gioco di prestigio di Luis Alberto e da un bel cross di Immobile. Lo spagnolo torna in ottima forma dall’operazione di appendicite e incrocia spesso Ilicic, oggi poco in evidenza.

Anche il secondo tempo parte con un gol della Lazio: al 6′ Immobile lancia Correa in splendida solitudine. il Tucu evita l’uscita di Gollini e deposita in porta da posizione defilata. I biancocelesti sfiorano il terzo gol con Lazzari, che si presenta in area e calcia su Gollini, e con Immobile, lanciato da Correa sul filo del fuorigioco: Ciro fulmina Gollini ma il gol viene annullato.

Muriel, subentrato a Zapata, inventa la solita giocata sopraffina e centra il palo al 34′: sul rimpallo la mette dentro Pasalic, riaprendo la partita. Per soli tre minuti, il tempo di fare qualche sostituzione: un magnifico lancio di Milinkovic-Savic libera in area Pereira, che sull’uscita di Gollini imbecca Muriqi per il più facile dei gol. Per la Lazio finisce in gloria, con la coda velenosa dello scambio di battute pepate tra Gasperini e Farris, che chiude con la più logica e definitiva delle battute: si sta ancora ragionando di una Coppa che fa bella mostra di sé a Formello.

Tre punti fondamentali, in una giornata in cui vincono tutte le dirette concorrenti per la zona Champions League. Un buon esordio per Musacchio e segnali positivi da tutti, con Milinkovic-Savic, Marusic e Lazzari in grande evidenza.

Atalanta-Lazio 1-3 (0-1)

ATALANTA (3-4-1-2): Gollini 5,5; Toloi 5,5, Palomino 6, Djimsiti 6; Maehle 6, De Roon 6, Freuler 5,5 (33′ st Caldara), Ruggeri 6 (1′ st Malinovskyi 5,5); Miranchuk 5,5 (9′ st Pasalic 6,5); Ilicic 5,5 (22′ st Lammers 5,5), Zapata 6 (9′ st Muriel 6,5). A disposizione: Pessina, Rossi, Scalvini, Sportiello. Allenatore: Gasperini 5,5.

LAZIO (3-5-2): Reina 7; Patric 6 (38′ pt Musacchio 7), Acerbi 7,5, Radu 7,5; Lazzari 7,5, Milinkovic-Savic 8, Leiva 7 (35′ st Escalante), L. Alberto 7 (9′ st Akpa Akpro 6,5), Marusic 7,5; Immobile 7 (35′ st Muriqi 7), Correa 6,5 (36′ st A. Pereira 7). A disposizione: Alia, Fares, Hoedt, Lulic, Parolo, G. Pereira. Allenatore: Inzaghi 8.

ARBITRO: Chiffi.

MARCATORI: 3′ pt Marusic (L), 6′ st Correa (L), 34′ st Pasalic (A)

NOTE: Ammoniti (A); Patric, Musacchio (L).

Bergamo amara (come sempre)

Vince l’Atalanta 3-2, e per la Lazio c’è qualche rimpianto, per come è andata la partita: sotto di un gol all’avvio aveva brillantemente ribaltato il risultato, s’era fatta raggiungere, in uno spettacolare match tra pugili senza guardia, e continuava a combattere giocandosi le sue carte. Poi l’espulsione di Palomino ha cambiato qualcosa, paradossalmente, e l’Atalanta ha spezzato l’equilibrio a suo favore quando gli eventi sembravano favorire la Lazio.

Era cominciata con un fuoco artificiale di gioco, ritmo, occasioni, capovolgimenti di fronte e di equilibri sul campo: Atalanta aggressiva e Lazio che tiene bene il campo, all’inizio, fino al gol che arriva al 7′: Djimsiti, su mischia susseguente a un corner, mette la gamba in mezzo a quattro difensori laziali imbambolati nell’area piccola. Solito gol su corner ma è difficile immaginare circostanze più bislacche per prendere gol, data l’assoluta superiorità numerica nel cuore dell’area.

La Lazio, comunque, in assetto da turnover spintissimo, prende subito a macinare gioco, mette in serie difficoltà l’Atalanta e arriva in scioltezza al pareggio, al 17′, con uno splendido colpo di testa di Muriqi su morbido cross di Acerbi. La partita è bellissima, la Lazio insiste sulle ali dell’entusiasmo e trova il secondo con Acerbi (34′), che deposita in porta dopo lunga azione personale. Appena finito di esultare arriva il pareggio di Malinovsky, che sfrutta un bel servizio di Muriel, che aveva disposto facilmente di un frastornato Hoedt.

Primo tempo pirotecnico e ripresa che ne segue la scia: Inzaghi manda in Campo Lazzari e Parolo per Fares e Patric. All’8′ Palomino stende Lazzari che si era involato verso l’area: chiara occasione da gol, con Pairetto che estrae il rosso. Per la Lazio sembra la svolta della gara, invece la partita si complica. Arriva subito il terzo gol, segnato da Miranchuk, servito da Romero che aveva rubato palla a Hoedt.

La Lazio non riesce a sfruttare la superiorità numerica e l’Atalanta ha l’occasione di chiudere al 64′: Zapata, subentrato a Muriel, viene agganciato in area da Hoedt, proteso in uno dei suoi spericolati tackle. Il fallo, se c’è, è inutile. Il rigore viene parato da Reine, che intercetta il tiro centrale di Zapata.

Da qui in poi comincia uno sterile attacco-contro-difesa, con l’Atalanta che serra i ranghi e la Lazio che intasa gli spazi, inserendo Immobile e Correa, oltre a Lulic, e adattandosi a giocare nei venti metri dell’Atalanta, girando palla e trovando enormi difficoltà a costruire. Gollini all’89’ si oppone con una bella parata a un colpo di testa di Acerbi: questa l’unica pallagol costruita dalla Lazio in superiorità numerica.

Risultato alla fine giusto, che conferma la supremazia dei bergamaschi nei recenti confronti, oppure la sudditanza dei biancocelesti, che è quasi lo stesso. Ci sarà la rivincita tra pochi giorni in campionato, sempre a Bergamo: la Lazio stavolta giocherà con la formazione migliore, e anche l’Atalanta.

Resta il dispiacere per una situazione favorevole che non è bastata a ottenere la qualificazione, ma il verdetto del campo va accettato e va riconosciuto alla Lazio il merito di aver tenuto benissimo il campo di fronte a una squadra formidabile.

ATALANTA (3-4-2-1): Gollini 6,5; Djimsiti 7, Romero 7, Palomino 6; Maehle 6 (43′ st Caldara), Pessina 6, Freuler 6,5, Gosens 6,5; Malinkovskyi 6,5 (14′ st Zapata 5,5), Miranchuk 6,5 (14′ st De Roon 6); Muriel 7 (18′ st Toloi 6). A disposizione: Gyabuaa, Ilicic, Lammers, Rossi, Ruggeri, Scalvini, Sportiello, Sutalo. Allenatore: Gasperini 7

LAZIO (3-5-2): Reina 7; Patric 6 (46′ Parolo 6), Hoedt 4 (26′ st Immobile sv), Acerbi 7,5; Marusic 6, Milinkovic-Savic 6,5, Escalante 5,5 (17′ st Correa 6), Akpa Akpro 6,5, Fares 6 (46′ Lazzari 6); A. Pereira 5,5 (36′ st Lulic), Muriqi 7. A disposizione: Alia, Armini, Cataldi, Czyz, G. Pereira, Radu, Vavro. Allenatore: Inzaghi 5,5

ARBITRO: Pairetto di Nichelino 6

MARCATORI: 7′ pt Djimsiti (A), 17′ pt Muriqi (L), 34′ pt Acerbi (L), 36′ pt Malinovskyi (A), 12′ st Miranchuk (A)

NOTE: Espulso Palomino (A) per fallo da ultimo uomo all’8′ st. Ammoniti: Romero, Malinovskyi (A); Patric, Fares, Escalante (L)

Vittoria in rimonta: la Lazio va

Tre punti d’oro. Questa la sintesi al termine di una gara che la Lazio ha vinto con pieno merito, pur sbagliando l’approccio: nei primi minuti i biancocelesti hanno prestato il fianco al pressing del Sassuolo, palleggiando in modo incerto e prevedibile e consegnando palla agli emiliani in situazioni pericolose: al terzo affondo Caputo segna, e sono passati appena 6 minuti.

Non si tratta, però, della ripetizione delle scialbe esibizioni interne con Udinese e Verona: la squadra reagisce subito, mettendo all’angolo gli emiliani e andando al tiro ripetutamente. Al 25′ Milinkovic-Savic fulmina Consigli con un potente colpo di testa su calcio d’angolo battuto da Correa. Pareggio meritato. La Lazio abbassa un poco il ritmo e si mette ad aspettare l’occasione buona per colpire.

La partita scorre su questi binari anche all’inizio del secondo tempo: la Lazio chiama il Sassuolo fuori dal guscio e prova a colpire l’avversario sbilanciato. Rischia poco, giusto qualche sgroppata senza costrutto di Haraslin e qualche bella geometria di Locatelli. Poi, al fatidico 71′, colpisce con Immobile, che fionda in porta una ghiotta imbeccata da Marusic. I cross dal fondo sono sempre l’anticamera del gol e Ciro è un cecchino infallibile.

La Lazio continua, dopo il gol, a recitare il suo copione. Le sostituzioni non alterano lo spartito: Parolo e Caicedo erano subentrati prima del gol a Patric e Correa, poi Escalante e Lulic rilevano Leiva e Lazzari, nel finale un ottimo Muriqi dà il cambio a Immobile e impegna severamente Consigli, che respinge corto un suo sinistro angolato, sui piedi di Escalante che tira addosso al portiere la palla del 3-1.

Squadra in ottima salute, con Acerbi, Marusic e Milinkovic-Savic in grande evidenza, attesa a una verifica severissima: due confronti con l’Atalanta, tra Coppa Italia e campionato, saranno il banco di prova per le ritrovate ambizioni della squadra. La classifica è corta e la Coppa Italia decide ora le protagoniste per l’atto finale. La Lazio è pronta a giocarsi le sue carte.

LAZIO (3-5-2): Reina 7; Patric 5,5, Acerbi 8, Radu 6,5; Lazzari 6,5 (30′ st Lulic 6), Milinkovic-Savic 8, Leiva 6,5 (31′ st Escalante 6), Akpa Akpro 6,5, Marusic 8; Correa 6, Immobile 7 (41′ st Muriqi 6,5). A disposizione: Alia, Furlanetto, Armini, Hoedt, Parolo, Fares, Czyz, Pereira, Caicedo. Allenatore: Inzaghi

SASSUOLO (4-2-3-1): Consigli 6; Muldur 6 (46′ st Raspadori), Ferrari 6, Marlon 6, Rogerio 6,5; Locatelli 6, Obiang 6 (31′ st Lopez); Traoré 6 (31′ st Boga), Djuricic 7, Defrel 5,5 (1′ st Haraslin 6); Caputo 7. A disposizione: Pegolo, Turati, Ayhan, Peluso, Kyriakopoulos, Magnanelli, Oddei, Toljan. Allenatore: De Zerbi

ARBITRO: Giua di Olbia

MARCATORI: 6′ pt Caputo (S), 25′ pt Milinkovic-Savic (L), 26′ st Immobile (L)

NOTE: Ammoniti: Patric, Leiva (L); Marlon, Ferrari (S)

Lazio-Parma 2-1. Muriqi c’è

Muriqi, primo gol biancoceleste. O quasi

Una tranquilla galoppata infrasettimanale, per la Lazio, fino all’82’: Il Parma pareggia con Mihaila il gol iniziale di Parolo e mette in discussione una qualificazione che pareva assodata. E allora ci ha pensato Muriqi, con una terrificante incornata, al 90′, che ha incocciato il palo alla sinistra del portire, per poi rimbalzare sulla sua schiena e rotolare in porta. Un’autorete dell’incolpevole Colombi, insomma, ma per la Lazio si trattava del terzo legno colpito. Un certo credito con la fortuna, insomma, c’era. In precedenza poco da raccontare: ritmi blandi, poca motivazione da parte dei big laziali, una bella prestazione di un vivace Akpa Akpro e un palo a testa per il duo d’attacco sotto esame: prima Muriqi, con un pregevole esterno sinistro, poi Pereira, con un tiro a botta sicura, entrambi sul palo interno alla destra del portiere, bravo a respingere su un altro tiro di Muriqi. Nella ripresa proprio Mihaila aveva centrato a sua volta la traversa. Da segnalare il ritorno in campo di Senad Lulic, dopo quasi un anno. Prova poco convincente di Fares, discreta voglia ma poco costrutto per Pereira, sostituito dopo un’ora con Correa. Buona prova di Muriqi, con qualche sbavatura ma sempre pronto al dialogo con i compagni e molto solido. Ottimo Parolo, autore del primo gol con un bel colpo di testa. C’è la qualificazione, che è quello che si chiedeva alla partita, davanti a una squadra piena di ragazzi desiderosi di fare bella figura. Ci sono riusciti. nei quarti ci tocca l’Atalanta.

LAZIO (3-5-2): Strakosha; Parolo (47′ st Vavro), Hoedt, Acerbi; Lazzari (16′ st Marusic), Milinkovic (14′ st Correa), Escalante, Akpa Akpro, Fares (16′ st Lulic); Pereira (14′ st Patric), Muriqi. A disp.: Reina, Alia, Armini, Radu, Bertini, Czyz, Caicedo. All.: Simone Inzaghi

PARMA (4-3-3): Colombi; Busi, Kurtic, Dierckx (21′ st Camara), Ricci; Sohm, Cyprien (17′ st Brugman), Dezi (17′ st Hernani); Mihaila (48′ st Adorante), Sprocati (48′ st Traorè), Brunetta. A disp.: Rinaldi, Sepe, Radu, Bane, Kosznovszky, Artistico, Lopes Silva. All.: Roberto D’Aversa

ARBITRO: Ayroldi di Molfetta.

MARCATORI: 23′ pt Parolo (L), 38′ st Mihaila (P), 45′ st aut. Colombi (L)

Un’occasione per due

Muriqi e Pereira, tocca a voi

Una settimana di cattive notizie, dopo la festa del derby: l’operazione-lampo subita per un’appendicite da Luis Alberto, e quella da programmare per la caviglia dolente di Luiz Felipe. Contrattempi che non fanno scemare l’entusiasmo a Formello, innescato da un effetto derby palese anche a guardare dall’altra parte del Tevere, con le difficoltà enormi palesate dalla Roma in Coppa Italia, indice di uno stato confusionale da pugile suonato.

In attesa di capire come sarà gestita la lunga assenza (due mesi) di Luiz Felipe, ammesso che si operi, in difesa stasera contro il Parma si rivedrà Parolo, già utilizzato a inizio stagione. Porta chiusa per Armini, evidentemente non considerato all’altezza della situazione da Inzaghi. La partita vedrà la Lazio opposta a una squadra che sta lavorando bene per ritrovarsi, confortata dall’ottimo risultato ottenuto col Sassuolo. In vantaggio per tutta la partita con un gol di Kucka, i crociati sono stati raggiunti nel recupero con un calcio di rigore, nonostante l’emergenza assoluta, con diversi titolari indisponibili.

Un’emergenza che perdura. Per la Lazio, dunque, la qualificazione è alla portata, a patto di mantenere alta la concentrazione. Sarà la grande occasione per due che il campo l’hanno visto poco, nonostante le ottime referenze. Mentre Pereira ha già fatto balenare le sue indubbie doti tecniche, nei pochi minuti passati in campo, Muriqi ha alimentato più di qualche dubbio, nonostante i tifosi l’abbiano preso subito in simpatia, per la sua immagine da pirata che evoca uno spirito battagliero a oggi visto in campo solo a tratti.

Muriqi si è impegnato molto ogni volta che è entrato, ma ha palesato qualche limite tecnico ed è probabile che il suo sia un problema di adattamento, visto che in Turchia ha lasciato molti estimatori.
Stasera ci sarà per lui una grande occasione per sbloccarsi, cancellare lo zero dalla casella dei gol segnati e iniziare un percorso importante con la Lazio, mettendo anche a tacere qualche sussurro di mercato che lo vorrebbe sulla rotta di un ritorno a casa che suonerebbe da bocciatura per lui e per il mercato della Lazio.

Tornano Fares e Strakosha, spazio per Hoedt, Escalante e Akpa Akpro, insomma una Lazio formato turnover, con gli straordinari chiesti allo stakanovista Acerbi e a Milinkovic-Savic. In campo per il Parma anche il giovane belga Dierckx, primo 2003 in assoluto a esordire nel campionato di serie A.
Arbitrerà Ayroldi.