Pomeriggio quasi tranquillo all’Olimpico. Lazio in grande condizione, che parte all’attacco e non molla il piede dall’acceleratore, costruendo gol, occasioni, giocate a profusione. Tutti sul pezzo, tutti ispirati, tutti insieme a lottare per l’obiettivo: i tre punti e la rincorsa all’Europa. Ma c’è qualcosa, come sempre, che lascia perplessi: mentre Perin sventava i tentativi dei laziali, col Genoa che stentava a sottrarsi alla forza dei biancocelesti, covava il seme della distrazione fatale. Al riposo su un 2-0 striminzito, per quanto gioco s’era visto, la Lazio concede subito un (auto)gol con Marusic. Riparte di slancio, ne segna altri due, ne sbaglia di poco altri, fin quando, nel giro di due minuti, concede prima un rigore per un intervento falloso, fortuito quanto inutile, di Cataldi su Badelj. Poi, un minuto dopo la realizzazione di Scamacca, capitola ancora su tiro di Shomurodov. Così si complica una partita dominata, senza storia alcuna. Almeno sulla carta, perché le occasioni, dopo il 4-3, sono ancora della Lazio, che festeggia l’undicesima vittoria consecutiva all’Olimpico, miglior serie nella sua storia, e si mette alla finestra, aspettando gli altri risultati del pomeriggio. Due sono favorevolissimi: i pareggi di Atalanta e Napoli alimentano le speranze biancocelesti, fondate, comunque, sulla necessità di vincere tutte le partite restanti, a meno di improbabili brusche frenate delle concorrenti.
Detto delle sofferenze (davvero poche) ci godiamo la splendida condizione di Correa, altri due gol oggi, un Immobile in ottima forma, i soliti Milinkovic, Marusic, Lazzari, un Hoedt solido a sostituire lo squalificato Acerbi, e poi la conferma della forma crescente di Lulic.
Prossima fermata, Firenze. La corsa continua.