In difesa delle Fredde Serate a Stoke

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IN DIFESA DELLE FREDDE SERATE A STOKE
Nell’affresco noi siamo le figure di sfondo.

Siamo il colore, le note di accompagnamento e il sale di quello che non è solo uno sport, ma una festa collettiva. Siamo tifose e tifosi di calcio.

Abbiamo vissuto con sgomento la proposta di una SuperLega chiusa, fortezza delle potenze del calcio europeo, riunite all’unico scopo di aumentare i ricavi separandosi dalla fastidiosa zavorra del merito sportivo.

Nonostante questa vergognosa proposta sembri oggi tramontare prima ancora di nascere a causa della stessa frettolosità con cui è stata annunciata, non possiamo nasconderci che le cause da cui nasce non muoiono con essa e restano minacciosamente in campo.

Far finta che non ci siano, che il pericolo sia scampato, significherebbe solo rimandare a domani quel che poteva capitare oggi. Il momento di farsi sentire è adesso, il tempo del cambiamento è il presente.

Il calcio europeo ha accumulato debiti spropositati, è sempre più dipendente dai diritti televisivi e da plusvalenze a cui rispondere con soluzioni creative per bilanci dai piedi d’argilla. Le necessità delle grandi squadre si traducono in una concentrazione delle risorse che erode il merito sportivo a favore dei ricavi e delle possibilità di marketing, lasciando le realtà medio-piccole a raccogliere le briciole e a dipendere dai trasferimenti a cascata erogati dai vertici.

Pensiamo che delle soluzioni siano praticabili fin da subito, guardando alle esperienze migliori già in essere nel nostro continente. Il calcio tedesco, di certo non una realtà di secondo piano, è riuscito a combinare competitività e distribuzione delle risorse, partecipazione dei tifosi e organizzazione sportiva.
Se questo modello è riuscito a conseguire risultati senza per questo trattare i tifosi come clienti e le piccole squadre come invitate a tavola dalle grandi proprietarie del giocattolo, non si capisce perché non potrebbe essere assunto anche nel contesto italiano, attraversato da una crisi profonda, negli stadi ma non solo.

Per questo pensiamo che occorra perseguire:
• una distribuzione più equa dei diritti tv, aumentando la quota fissa e quella legata a meriti sportivi
• forme di partecipazione dei tifosi nelle società sul modello 50+1 tedesco, grazie a cui i tifosi hanno potuto e possono esercitare un controllo sulle politiche dei prezzi, l’esperienza di stadio e sulle principali scelte del management, senza per questo inficiare l’efficienza organizzativa dei club
• il rafforzamento e l’applicazione certa degli strumenti di controllo sui conti, vista la diretta ed evidente correlazione tra possibilità economiche e competitività sportiva
Questo appello è rivolto a tutte le tifoserie, senza alcuna distinzione di categoria o di rivalità.

Divise sugli spalti, unite in questa battaglia che riguarda tutte.
Facciamo in modo che queste parole d’ordine o altre che possano aggiungersi diventino patrimonio comune. Apriamo uno spazio di discussione affinché la riforma del calcio non avvenga ancora una volta dall’alto, ma parta da chi ha reso il calcio la festa collettiva in cui ci riconosciamo.

In Inghilterra è divenuta celebre dalle parole di un commentatore britannico su Messi l’espressione sulle “fredde serate a Stoke”, in riferimento alle squadre che vincono sempre e alla capacità di farlo sui campi difficili. Senza quelle serate il calcio perde tutta la sua bellezza a favore di una satinatura fredda e senza passione.
Non ci basta veder fermata la Superlega. Adesso è il momento di riprenderci il calcio.

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