Il paradosso del finale di stagione laziale: se un tifoso avesse potuto scegliere quale gara vincere, tra il derby e quella col Torino, non avrebbe avuto dubbi. La campagna di stampa contro Lotito, la Lazio e Immobile ha avvelenato tutto l’inverno e c’era il desiderio di vedere lavate sul campo le offese roventi ricevute dal presidente del Torino e dai suoi scherani a mezzo stampa.
Per questo motivo e per rispondere positivamente agli stimoli di Inzaghi, desideroso di aiutare il fratello nella corsa alla salvezza, la squadra ha raschiato il barile, quasi vuoto, delle risorse psicofisiche, lanciandosi all’attacco. Disordinatamente, ma con forza.
Ne è uscito un match col Torino asserragliato in difesa del fortino, soprattutto nel secondo tempo, e la Lazio frenata da un arbitraggio ostile: due rigori negati, un gol annullato per un contatto venialissimo, squilibrio totale nella distribuzione dei cartellini, 4-0 per la Lazio, che allunga il suo primato di squadra più ammonita dell’universo.
Così Ciro spreca sul palo l’occasione del rigore concesso e si vede annullato il bel gol segnato, Muriqi si danna l’anima senza fortuna, Luis Alberto litiga per tutta la gara con il minaccioso Rincon e il palo di Lazzari allo scadere rappresenta bene la partita. Sarebbe stato annullato l’eventuale gol, visto che si è ripartiti dal solito fallo fischiato agli attaccanti.
La coda scandalosa di uno sguaiato Cairo, che insulta Lotito in tribuna e Immobile negli spogliatoi, aumenta se possibile la rabbia dei tifosi, che si riversa sui social. Una rivalità tra società che avrebbero più di un’affinità, voluta da un dirigente che spesso si è distinto per comportamenti discutibili. Appuntamento al prossimo anno.
Nell’occasione si ferma anche la lunga serie di vittorie interne della Lazio (primo pareggio del 2021 in casa) e la lunghissima serie di partite interne con almeno un gol segnato. Resta l’impegno finale col Sassuolo, a questo punto ininfluente, prima di passare a progettare la prossima stagione, archiviando questa, conclusa nel peggiore dei modi.