Lazio, missione compiuta

Finalmente! La Lazio sfata il tabù casalingo con una gara accorta e giudiziosa e batte il Napoli nettamente, senza soffrire, nonostante qualche errore, soprattutto nel primo tempo. I partenopei, in emergenza in attacco, non trovano mai il modo di impensierire la retroguardia biancoceleste, più propensa a pasticciare di suo, ben sorvegliata da Reina, e finalmente imbattuta al termine della gara.

Era cominciata con un paio di notizie non positive: il forfait dell’ultim’ora di Acerbi, non ancora ristabilito dal guaio muscolare patito contro il Verona, e quello di Correa, che si trascina da tempo un acciacco al polpaccio, si sono aggiunti a quelli già annunciati di Leiva e Fares. La partita però fila via liscia: il ritmo non è vertiginoso, ma è normale se si gioca ogni tre giorni.

Immobile mette subito la sua firma sulla partita: prima con una girata spettacolare che alza di poco, e sarebbe stato un gol da ricordare. Poi, su un bel cross (di sinistro!) di Marusic segna di testa, con uno stacco imperioso, da far invidia a Cristiano Ronaldo. Il Napoli abbozza una reazione, crea un paio di mischie, sollecita l’ex Reina, ma poi affonda in un tran tran senza costrutto.

La seconda parte del primo tempo scivola via, bruttina, tra errori gratuiti in disimpegno della Lazio (troppi, in quella fase) e capovolgimenti di fronte che i napoletani non riescono mai a tradurre in occasioni da gol. Superate le colonne d’Ercole del 45′ (il finale del primo tempo è stato finora il punto debole della Lazio) i biancocelesti rientrano più fiduciosi e si applicano come mai in questa stagione alla fase difensiva, sostenuti da un Milinkovic-Savic molto utile in copertura e da un Escalante che si conferma ottimo recuperapalloni.

I tre dietro prendono quota, Hoedt sembra più autorevole e si fa rispettare anche in tackle, tutto l’impianto sembra più solido e arriva il raddoppio: Immobile si trasforma in assistman e confeziona un passaggio perfetto per Luis Alberto, che insacca con un magnifico tiro e si precipita ad abbracciare Inzaghi, mirabile ricucitore dello strappo nei rapporti dello spagnolo con la società per le infelici battute sui social fatte ai tempi dell’arrivo dell’aereo personalizzato biancoceleste.

La Lazio contiene la blanda reazione del Napoli e porta in fondo il classico 2-0, salutando il rientro di Muriqi e una buona occasione fallita da Pereira. Il Napoli, brutta copia di quello brillante visto a Milano, incassa la sconfitta e l’infortunio a Lozano. Per i biancocelesti un primo passo importante, che tiene la zona Champions a 3 punti, prima della trasferta in casa del Milan dove servirà ripetere, e possibilmente migliorare, l’ottima prestazione di stasera.

LAZIO: Reina 7; Luiz Felipe 6,5 (40′ st Patric), Hoedt 7, Radu 6,5; Lazzari 6,5, Milinkovic 6,5 (40′ st Akpa Akpro), Escalante 6,5 (35′ st Cataldi), Luis Alberto 7, Marusic 7; Caicedo 6,5 (22′ st Muriqi 6), Immobile 8 (35′ st Pereira). All.: Simone Inzaghi 7

NAPOLI: Ospina 6; Di Lorenzo 6, Koulibaly 5,5 (10′ st Manolas 6), Maksimovic 5, Mario Rui 5,5 (19′ st Ghoulam 5,5); Fabian Ruiz 6, Bakayoko 5,5 (19′ Lobotka), Zielinski 6; Politano 5 (10′ st Elmas 5,5), Petagna 6, Lozano 5,5 (29′ st Malcuit). All.: Gattuso 5,5

Lazio-Napoli, Acerbi ci sarà

Sembrano risolti i problemi muscolari di Francesco Acerbi, che sarà regolarmente in campo nel posticipo serale tra Lazio e Napoli. Il difensore riprenderà il suo posto al centro della difesa: gli farà spazio Hoedt. Torna a disposizione anche Muriqi, smaltito l’infortunio che lo aveva bloccato mentre sembrava fare progressi. Un inserimento frenato da troppi guai, tra Covid e infortuni: le garanzie che Muriqi potrà dare, per il prosieguo della stagione, saranno decisivi per la posizione di Caicedo, che sembra chiedere di andare a giocare di più altrove. Indisponibili Fares, Leiva e Parolo, sarà confermato Escalante, al posto del brasiliano, dopo l’incoraggiante prova di Benevento. Intanto Inzaghi minimizza sul fronte del rinnovo: non ci sono problemi tra lui e Lotito e la firma non è condizionata al mercato invernale. Bene, quindi sbrighiamoci a firmare, no? Il Napoli arriva a Roma con problemi in attacco, per l’assenza di Mertens, Osimhen e Insigne. La recente tradizione favorevole dei partenopei contro la Lazio, sia in casa che all’Olimpico, è stata interrotta lo scorso gennaio da un gol nel finale di partita del solito Immobile. Nelle ultime 9 gare all’Olimpico è l’unica vittoria della Lazio sul Napoli, due i pareggi e ben 6 le sconfitte. Si spera di riequilibrare la statistica, soprattutto per riaccendere i motori in campionato e presentarsi con ritrovato entusiasmo al successivo match col Milan. Due partite importanti, da affrontare con la concentrazione giusta. Arbitrerà Orsato.

Cercasi Lazio (quasi) disperatamente

Che fine ha fatto la Lazio arrembante che lo scorso anno con una rimonta impressionante arrivò a candidarsi per lo scudetto? Dove si è rintanata, dopo che il lockdown ne ha frenato la corsa, in quel 9 marzo 2020? Si è persa per strada quando è rimasta orfana del suo pubblico? La classifica, dalla ripresa dell’attività, parla chiaro: 58 punti il Milan, 52 l’Inter, 47 Roma e Napoli, 45 l’Atalanta, 44 la Juventus, 42 il Sassuolo, solo 34 Lazio. Chi ha sbagliato e perché?

Non può essere solo una questione di sfortuna, non può essere una questione di calendario, non può essere il Covid: tutte queste circostanze pesano anche sulle altre squadre, il cui rendimento è ben diverso. La crisi da Covid, inteso come periodo del 2020, è un’esclusiva della Lazio. Né sembra siano stati presi provvedimenti per modificare qualcosa nello staff tecnico, o in quello sanitario.

Gli interventi sul mercato sono stati tanti, non tutti riusciti però: Reina e Akpa Akpro hanno dato un contributo di sostanza, Muriqi ha giocato poco, spesso indisponibile per problemi fisici, Fares stenta a inserirsi e anche lui è stato spesso infortunato, ora si ferma per un guaio al polpaccio che lo terrà a riposo per un mese.

Hoedt non ha avuto problemi, trattandosi di un ritorno all’ovile, e anche lui si è reso utile, nell’emergenza continua in difesa. Pereira, invece, gioca poco, e non si capisce bene perché Inzaghi non lo utilizzi di più, in emergenza e con problemi di rotazioni, quando è evidente che il ragazzo ha talento da vendere.

La squadra ha avuto un rendimento pessimo in casa, complice un calendario difficile, che non basta a spiegarne il ruolino disastroso: le ultime due sconfitte sono targate Udinese e Verona, non esattamente le migliori del lotto. A queste si aggiunge il rovescio patito all’esordio in casa contro l’Atalanta. in 3 gare, 9 gol al passivo, se si aggiungono le altre tre, unica vinta col Bologna, arriviamo a 12, in 6 gare, con 5 punti soltanto all’attivo.

Meglio fuori, 4 vittorie un pareggio e una sconfitta, brutta, a Genova. Calendario più favorevole, due volte usciti dal campo con la porta imbattuta, 8 gol complessivi al passivo per una difesa che ne ha subiti complessivamente 20 in 12 gare di campionato, segnandone 18. Quando arrivò il lockdown la Lazio aveva la miglior difesa e il secondo attacco del campionato…

Col Napoli zero alibi: i partenopei avranno alcune assenze in attacco, un giorno meno di riposo e vengono anche loro da un calendario fitto, anche se l’Europa League non usura come la Champion League. Vincere sarà difficile, non vincere segnerebbe un ulteriore peggioramento del rendimento casalingo. Poco male per la statistica, malissimo per le prospettive di lungo periodo.

La Lazio deve cambiare marcia subito, rimettendo in moto quella che in tanti non credevano fosse una Ferrari, prima di vederla correre a trecento all’ora. L’attuale velocità di crociera, però, sembra dire che abbiamo sognato ed è stato brutto svegliarci. A meno che non si riprenda a sognare da domenica.

Un brutto pareggio

La Lazio dura un tempo a Benevento, gioca senza tensione, svagata, distratta, e vanifica una prodezza di Immobile subendo il solito gol allo scadere del primo tempo. Nella ripresa non riesce a mettere in difficoltà il Benevento, e rischia di capitolare di nuovo subendo il contropiede dei sanniti, con Reina provvidenziale in più di un’occasione.

Eppure era cominciata bene: un prolungato palleggio, una squadra apparentemente aggressiva e decisa a risolvere la pratica con sollecitudine. Ma l’illusione dura 5 minuti: al primo affondo il Benevento va vicinissimo al gol, con Lapadula che di testa non affonda il colpo e consente a Reina un grande salvataggio, doppiato nel prosieguo dell’azione su un tiro di Glik.

La Lazio manovra bene ma non riesce a finalizzare: Luis Alberto e Milinkovic-Savic sembrano ispirati, lo spagnolo centra un palo dopo una bella azione personale, la squadra attacca ma non riesce a innescare le punte, con Correa al di sotto delle ultime ottime prestazioni. Al 25′ un magnifico destro di Immobile, su cross di Milinkovic, insacca alle spalle di Montipò. Un gesto tecnico di altissimo livello.

La Lazio continua a cercare il gol ma sembra poco cattiva nei sedici metri, crea situazioni che non riesce a concretizzare. All’improvviso, poi, subisce, allo scadere del tempo: sembra diventata un’abitudine. Prima Caprari in contropiede impegna Reina che salva in corner. Poi, sul calcio d’angolo, Schiattarella risolve con un tiraccio di sinistro, calciando praticamente indisturbato. Una strana abitudine da abbandonare al più presto.

La stanchezza fisica e mentale, lo smacco del gol subito, la tensione che manca, o chissà che: la Lazio approccia male il secondo tempo, faticando a proporsi in avanti. Il Benevento si fa più intraprendente, ma la sensazione è che sia più l’insicurezza difensiva della Lazio a chiamarlo in avanti. La partita scende di tono: la Lazio fa girare la palla troppo lentamente e va al tiro con delle conclusioni forzate di Luis Alberto, nettamente calato nella ripresa, come gli altri.

Inzaghi non sembra voler cambiare spartito: entra Patric al posto di Luiz Felipe, ammonito ingiustamente da un mediocre Pairetto. Si decide a dieci minuti dalla fine, inserendo Caicedo, Pereira e Cataldi per Radu, Luis Alberto e Escalante. I tre scuotono un po’ la partita, soprattutto il talentuoso Pereira, ma la Lazio non trova la porta con Milinkovic-Savic, e poi si affida di nuovo a Reina per difendere l’1-1 dalla possibile beffa finale.

La sensazione è che ci siano problemi che vanno al di là della stanchezza da calendario, dietro la quale sembra rifugiarsi Inzaghi. L’impegno col Napoli incombe e la Lazio di stasera non sembra arrivarci nella migliore condizione. Urge un cambio di passo, ma non si riesce a immaginare come ottenerlo da questi uomini, in chiaro regresso di fiducia, in non buone condizioni fisiche, scarichi mentalmente e in seria difficoltà difensiva. La Lazio sembra in grado di andare in gol soltanto con delle prodezze individuali, non riesce a concretizzare quello che crea, e non crea moltissimo.

Il reparto difensivo senza Acerbi è ancora più insicuro, anche se ha subito molti gol anche in sua presenza, talvolta anche per colpa sua. Luiz Felipe è lontano dalle grandi prestazioni dell’inverno scorso, Radu sembra in difficoltà e Hoedt, orfano di Acerbi, mostra tutti i suoi limiti. La grinta di Patric rincuora, mentre sembra timido Lazzari, al di sotto delle sue possibilità, e limitato Marusic, costretto ad accentrarsi di continuo per usare il piede destro, senza mai affondare per andare al cross.

Prevedibili, fragili e sfiduciati, insomma, ma la situazione può e deve cambiare.
Sta a Inzaghi trovare il modo.

Benevento-Lazio 1-1

Benevento (4-3-2-1) Montipo’ 6, Letizia 6, Tuia 5 (46′ Foulon 6), Glik 6, Barba 6, Hetemaj 6 (83′ Dabo), Schiattarella 6,5, Ionita 6, Insigne R. 6 (61′ Improta 6), Caprari 6,5 (84′ Di Serio), Lapadula 5,5 (71′ Iago Falque 6)
ALL.: Inzaghi F. 6,5

Lazio (3-5-2) Reina 7, Luiz Felipe 5,5 (59′ Patric 6), Hoedt 5, Radu 5 (82′ Caicedo sv), Lazzari 5,5, Milinkovic-Savic 6,5, Escalante 6 (80′ Cataldi sv), Luis Alberto 6 (81′ Pereira A. 6,5), Marusic 6, Immobile 7, Correa 5
ALL.: Inzaghi S. 5
Arbitro: Pairetto 5