Troppo Lukaku per questa Lazio, sembra dire la foto. In campo è andata proprio così, nonostante le attenuanti generiche invocate da Inzaghi: l’Inter è stata superiore nella gestione della partita, disponendosi a difesa del risultato raggiunto dopo un buon quarto d’ora iniziale della Lazio, grazie al rigore di Hoedt su Lautaro Martinez trasformato da Lukaku e al raddoppio fortunoso dello stesso Lukaku, lanciato da un rimpallo su una palla contesa tra Brozovic e Lazzari, nato da un disimpegno difettoso.
Insomma, le condizioni ideali per giocare di rimessa, a campo spalancato, con la potenza del centravanti belga che poteva scatenarsi in progressione. Alla fine, viste le occasioni capitate in contropiede ai nerazzurri, il 3-1 è risultato quasi accettabile, anche se resta qualche rimpianto soprattutto sul rigore: Hoedt è entrato per tentare una chiusura disperata e ha trovato il giusto tempo per arrivare sulla palla, travolgendo però Lautaro con la gamba di richiamo. Sembra un rigoretto, ma a norma di regolamento ci sta.
Per la Lazio era la giornata propizia per rientrare nella lotta al vertice, ma il verdetto è stato inequivocabile: l’Inter, al completo, è più attrezzata e offre a Conte tutte le variabili che gli servono per impostare la partita a piacimento.
Si è potuto permettere di chiudere gli spazi come avevano fatto il Verona, il Cagliari, l’Udinese, potendolo fare con elementi di classe internazionale come De Vrij, Skriniar, Bastoni, utilizzando un grande giocatore come Perisic per tenere a bada Lazzari. I nostri hanno pagato dazio all’abbondanza, rivelando che la coperta in certe circostanze è corta: l’ammirevole dedizione con cui Luis Alberto e Milinkovic-Savic si sono applicati alla copertura ha lasciato l’attacco senza rifornimenti, e i canali che usa la Lazio di solito si sono inariditi: poco Lazzari, poco Marusic, poco Ciro, un Correa voglioso ma alla fine leggero.
In più, la difesa, priva di Radu che si è aggiuntoi a Luiz Felipe, lasciando ad Hoedt e a Patric l’incombenza di contenere, insieme ad Acerbi, la furia del duo interista, supportato da un ispirato Eriksen.
Non si può negare la delusione, ma si deve tenere presente che la sconfitta è arrivata al Meazza, per mano della capolista che è la più accreditata favorita per lo scudetto. Nessun dramma, quindi, ma ripartiamo subito: c’è una Sampdoria in forma, da domare. E arriva subito prima della Champions, circostanza che ha prodotto il disastro di Marassi all’andata, uno 0-3 senza metterci mano che introdusse l’impresa fatta in casa col Borussia Dortmund.
Difficile non sentire il richiamo del Bayern, che nei giorni scorsi si è aggiudicato il Mondiale del club. Ma per restare in zona Champions bisogna vincere con la Samp.