Arrivederci, Champions League

Una buona Lazio si congeda dalla Champions League con una sconfitta di misura in casa del Bayern campione del mondo e detentore della Coppa. Una partita giocata con puntiglio, per dimostrare che la disavventura dell’andata non rendeva giustizia al valore della squadra. Il Bayern ha alternato momenti di forte intensità con qualche pausa, la Lazio si è proposta in attacco soprattutto all’inizio, con buone trame, cercando una circolazione di palla rapida per non incappare nel feroce pressing avversario. I bavaresi, in vantaggio al 33′ su rigore realizzato da Lewandowski e concesso dall’arbitro per un fallo abbastanza veniale di Muriqi su Goretzka, una trattenuta che si vede spesso in azioni da corner, hanno accelerato nel finale del primo tempo e hanno esercitato una maggiore pressione nella ripresa, man mano che la Lazio perdeva brillantezza. Raggiunto il raddoppio con Choupo-Mouting, in una delle rare occasioni concesse da una difesa laziale più attenta del solito, i tedeschi hanno subito il ritorno della Lazio, che ha trovato il gol con un bel colpo di testa di Parolo su prezioso cross, su punizione, di Pereira. Qualche buona occasione non sfruttata da Correa, Milinkovic, Acerbi, qualche buona parata di Reina, un ottimo Marusic a fare la guardia su Lewandowski e una prestazione confortante, con la soddisfazione del gol per il solito, impagabile Parolo. Si lascia la massima manifestazione Europea dopo una buona prestazione sul campo della squadra più forte. Nel bilancio della Lazio una qualificazione bellissima, ottenuta in condizioni di assoluta emergenza, e un sorteggio proibitivo che ha impedito ai biancocelesti di nutrire speranze di andare oltre gli ottavi, offrendo, comunque, un contributo più che dignitoso allo spettacolo. Una squadra degna del massimo palcoscenico, che ora deve fare il massimo per rimanere nell’Europa che conta.

La caduta da romanzo di mister miliardo. Sartor, un bravo ragazzo

La parabola di Sartor, da “Mister Miliardo” a rinnegato e dimenticato


Illustrazione di Lorenzo Conti

Se l’Italia si dimostrasse sensibile quanto l’Inghilterra alla dimensione epica del calcio, oggi Luigi Sartor sarebbe l’uomo del momento, braccato dagli editori disposti a sgomitare per pubblicare la sua autobiografia e dai produttori televisivi risoluti a mettere in scena la sua parabola esistenziale.

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Caicedo sblocca la Lazio

Al fin della licenza, Caicedo tocca. E se segna sempre nei minuti finali della gara c’è un motivo: è perché gioca solo quelli. Che sia per la fascite plantare o per un destino avverso, questa è la realtà: mai citazione chinagliesca fu più appropriata, insieme all’altra frase famosa di Giorgio: bisogna fare go’, diceva lui, che di gol se ne intendeva.

Ecco, la Lazio non fa più go’, rispetto alle medie d’abitudine fino all’anno scorso. E tutto si mette su un piano inclinato scivoloso: la squadra tende a sbilanciarsi per aumentare la pressione offensiva, negli spazi intasati non trova mai l’ultimo passaggio, e il tandem d’attacco titolare ne risente. Vero che la Lazio ha quattro punte da ruotare, ma il tecnico ne usa soprattutto due: se gli stenti di Muriqi sono evidenti, ancorché comprensibili, avendo dieci minuti a partita a disposizione, il discorso su Caicedo è ben più complicato, perché Felipe ha una media realizzativa eccellente. Solo che gioca poco.

Col Crotone la fatica fatta dalla Lazio è veramente esagerata, soprattutto perché, come ha detto Cosmi a fine gara, la Lazio ha iniziato con un avversario timoroso e quasi inerte, costruendo il suo gioco a volte ruminato, a volte frenetico ma sempre privo di sbocchi.

Luis Alberto, oggi il migliore insieme a Caicedo, ha abbandonato la pratica dell’assist, dopo essere stato il miglior assistman l’anno scorso, per darsi al gol.
Ottimo, ma viene il dubbio che il problema siano i compagni che non trasformano in gol le sue assistenze, e che perciò lui si sia messo in proprio.

Le difficoltà di Immobile continuano, anche se oggi è sembrato meno sofferente che nelle ultime uscite. La testa però balla per tutti: sembrano provarlo i troppi tiri forzati finiti in curva, gesti fatti quasi per liberarsi di una palla che scotta, di cui non si sa cosa fare.
Come ha fatto Escalante, scoccando quel tiro a mezza altezza, senza pretese, che Caicedo ha ghermito, felino, con un perfetto controllo, per poi fiondare in porta, fulmineo.

Un gol che restituisce valore alle prodezze di Milinkovic-Savic e di Luis Alberto, annullate dal doppio pareggio di Simy, uno su un rigore veramente sciagurato causato da un intervento sbadato e irruento di Fares, che continua nella sua misteriosa oscura stagione.

C’è una specie di maledizione del terzino/esterno sinistro che affligge Tare: ogni soluzione portata in quel ruolo, per un motivo o per l’altro, finisce per fallire. C’è ancora tempo ma Fares, a oggi, ha deluso. Con lui la difesa, sempre sotto accusa. Ma si sa che la difesa è un fatto di squadra. A meno che non compia errori individuali, e alla Lazio non manca mai chi ne fa di madornali.

Oggi si è rischiato di pareggiare contro l’onesta ultima in classifica, subendo gol in due situazioni su tre: la terza, per fortuna, sventata da un Reina decisivo. La Lazio lascia perplessi, da qualunque angolazione la si guardi. Forse chiudere il capitolo Bayern le farà bene, e allora questi tre punti potrebbero diventare un piccolo, nuovo inizio.

Nulla è perso!

Dopo la sconfitta di Torino, ecco l’analisi, non solo tattica, di un momento difficile
di Giuseppe “Gasco”

 

ORA MI ASPETTO GLI UOMINI: siamo in grande difficolta’ purtroppo per tanti motivi e questo peggiora le problematiche ma allo stesso tempo abbiamo un calendario molto favorevole nelle prossime partite.
Una Lazio all’ 80% puo’ fare filotto: ancora puo’ dipendere solo da noi perche’ dobbiamo (recuperare?), la partita contro il Toro e le altre hanno scontri diretti.
Ad esempio sappiamo che la roma soffre moltissimo gli scontri diretti.
Il Napoli ha problemi come noi anche se a differenza nostra sembra ne stia uscendo.
L’ Atalanta (tolte l’ Inter, la Juve e il Milan), mi sembra quella più pericolosa.

Tuttavia dobbiamo ricordarci che abbiamo stracciato Atalanta, Napoli e roma: è vero che c’erano i titolari ma forse rientreranno Radu e L.Felipe (si era parlato delle ultime 9 partite per lui!). Tare, Inzaghi, Peruzzi, Farris e i giocatori devono guardarsi e dire: possiamo ancora farcela!

A preoccuparmi sono pero’ 3 cose:
1) Non vedo questa mentalita’ e questo spirito di squadra ed e’ proprio per questo che devono chiudersi dentro una stanza e guardarsi in faccia (affrontarsi se necessario).

2) Al di la’ del modulo che io cambierei visto che gli interpreti non sono più quelli di prima, cambierei in un 4/3/1/2, perchè con i nostri terzini offensivi il 4/3/1/2 sarebbe quello più applicabile rispetto agli altri moduli a 4 dove i terzini giocano più centrali e devono difendere di più oltre ad aver altri compiti. Do per certo che il mister non schioderà dal 3/5/2, per cui bisognerà trovare soluzioni dentro il suo credo.Allora dico, ok il 3/5/2: purchè si parta da una certezza che è Acerbi al centro!
Non possiamo far comandare la difesa da Hoedt e relegare il nostro miglior difensore (Acerbi), lontano dalla zona nevralgica della nostra area di rigore.
Ci sono le parole di Zoff in merito alla posizione di Acerbi (Zoff non e’ proprio uno sprovveduto e ama la Lazio!). Purché si parta da un’altra certezza che è quella di non mettere i titolari (quelli rimasti), fuori ruolo: Marusic se non gioca a sinistra deve giocare a destra, non puoi far entrare  Patric, lasciar Marusic dietro e far fare il quinto a Patric.  poi proprio te mister che sei il primo a non voler cambiar modulo per non togliere certezze ai giocatori mentre e’ in questo modo che gli e ne’ togli di piu’.

3) Che si dia respiro a Ciro per averlo al massimo tra due settimane: Caicedo era in ballottaggio con Correa contro la Juve quindi significa che si e’ ripreso e può giocare.
Caicedo ora non deve esser in ballottaggio con Correa ma deve essere il titolare al posto di Ciro finche’ regge il minutaggio. Se Caicedo regge 2 settimane Ciro tornera’ pimpante: e per noi, Ciro e’ fondamentale.

Non mi interessano gli errori commessi fino ad oggi o, almeno non ora: adesso mi interessa non commettere piu’ gli stessi errori di prima e mi interessa arrivare alla meta poi a fine campionato il Presidente tirerà le somme.

Muriqi non può rappresentare una certezza: magari entra e fa grandi cose ma ora dobbiamo affidarci all’ esperienza, alla sicurezza e a chi già è integrato al gioco della squadra: Caicedo. Ma Muriqi così come Pereira potranno esser comunque fondamentali nei 5 cambi all’interno delle gare. La squadra conosce Caicedo e sa come servirlo.
Muriqi fa un altro tipo di gioco che noi non utilizziamo in questo momento e questo rappresenterebbe un ulteriore mancanza di sicurezza.

Ora, dobbiamo puntare a vincerle: niente è finito ma  questi 3 punti sono fondamentali oltre al fatto di rinchiudersi da qualche parte, guardarsi negli occhi e stringere un patto d’ acciaio per dare l’anima da qui a fine campionato (giocatori e mister compreso).

A fine campionato, Lotito esprimerà i suoi giudizi e anche Tare verrà valutato: ora, deve parlare solo il campo.

Ah, e niente  impostazione orizzontale dal basso. Con determinati interpreti possiamo permettercelo ma con altri, no. Ci sono pochi punti fondamentali per battere le prossime avversarie: il tutto condito da tanta cattiveria agonistica.

Musacchio secondo me può dare di più rispetto ad Hoedt e Patric: soprattutto non abbiamo alternative se non vogliamo spostare Acerbi a sinistra, e Acerbi DEVE GIOCARE AL CENTRO E DEVE PENSARE A DIFENDERE NON AD ATTACCARE!. Musacchio e Patric in attesa di Radu e L.Felipe possono giocare esterni: Hoedt, no e ti costringe a spostare Ace a sinistra.

La soluzione deve essere la piu’ semplice: anche perché non ne abbiamo altre, a meno che non si voglia passare a  4 cosa che Inzaghi non farà. Allora giochiamo pure a tre ma con questi punti base: se mancano i giocatori per prima cosa non bisogna spostare di ruolo quelli rimasti! E per far questo ti devi fidare degli altri: se sbaglieranno e perderemo non sara’ colpa dell’ allenatore ma se spostiamo anche i titolari le certezze rimaste saranno ridotte al lumicino e perderemo (come sta avvenendo), anche le altre.

Inzaghi chiaramente non puo’ non entrare in ballo. In questo momento deve far le cose più semplici fidandosi per forza del materiale che ha: e nessuno gli butterà la croce addosso.

Sono sicuro che facendo le cose semplici arriveremo alla meta: ma non prima di esserci guardati tutti in faccia.

FORZA INZAGHI, FORZA RAGAZZI E FORZA LAZIO! NULLA E’ PERSO: “CHI VUOL RIMANERE RIMANGA CHI VUOL ANDARE VIA PUO’ PURE ANDAR VIA” (E.FASCETTI -9).